OLII COMMESTIBILI.
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solito si tengono ammucchiate molto tempo prima di frangerle, e ciö [»er
deficienza di trappeti, come sono chiamati in tutto il mezzogiorno gli sta-
lfilimenti per l’estrazione deli’ olio, e come dovrö chiamarli io d’ora in-
nanzi. La provincia di Chieti non ha ancora come la vicina Teramo nuove
fabbriche provvedate di nuovi torchi, e sovratutto di locali sani per con-
servare le ulive senza lasciarle fermentare. Delle provincie meridionali
del versante Adriatico, Chieti e quella ch’e meno progredita; si puö dire
anzi che non sia progredita affatto a confessione degli stessi proprietarii
di colä. Sistemi ancora primitivi, e olii ancora primitivi (V.
Da Chieti a Teramo quanta differenza! Teramo mandö cinque espositori,
che voglio nominare a titolo di lode: il De Cesaris di Penne, il Costantini e il
Ciotti di Teramo, il Paolini di Montorio e il duea d’Atri senatore del Regno.
Cinque espositori, cinque buone qualitä di olii, e cinque premi. E una
proporzione non raggiunta quasi da alcun’altra provincia; e un risultato
degno di elogio. Teramo e provincia piccola, montuosa e bagnata ad Oriente
dal mare. I suoi abitanti hanno intelligenza acuta, serietä di propositi e
forza di volere, qualitä comune agli abruzzesi. L’esposizione di olii della
provincia di Teramo fu per noi italiani una rivelazione, come fu quella del-
l’Algeria. Leggendo, per esempio, le schede degli espositori di quella pro
vincia, e particolarraente la scheda del De Cesaris di Penne, noi restammo
ammirati dei progressi ottenuti colä nella fabbricazione dell’ olio. Yi si
sono costruiti nuovi stabiümenti con macchine ed attrezzi recenti, strettoi
e frantoi in ferro con motori animali e idraulici, macine verticali e pompe
per travaso dei liquidi, e in alcuni stabilimenti invece delle antiche ma
cine di pietra, cilindri di ferro. I maggiori progressi sono stati arrecati
dal sig. De Cesaris, al quäle fu data, per unanime consenso della sezione,
la medaglia del progresso. Il De Cesaris e un gran produttore; egli pro-
duce in media 1200 quintali di olio commestibile del valore medio di
lire 200,000. Questi suoi olii sono esportati in Inghilterra e in Germania.
Di olii da ardere e da sapone ne produce per lire 50,000, ma non si espor-
tano, perche sono consumati nella provincia. In quasi tutto 1 Abruzzo te-
ramano le ulive si raccolgono generalmente con le mani in uno stato di matu-
ritä non eccessivo; sono sparse in camere spaziose e ariose, per cui vanno
dopo pochi giorni al frantoio non fermentate o riscaldate, ma fresche e verdi
per cosi dire; e adoperata non piü l’acqua calda, ma la fredda; sono ado-
perati bruscole nuove e sempre nette, e gli attrezzi tutti sono nettissimi.
Quando si vuol produrre l’olio sopraffino, le ulive si lasciano leggermente
frangere e premere. In alcuni paesi della provincia si cavano dai residui gli
olii lavati per la fabbricazione del sapone. Gli olii fini dell’Abruzzo teramano
hanno il sapore degli olii delle vicine Marche; sono dolci, ma non ecces-
(1) Atti de] Comitalo d’inchiesia indnstriale — Oeposizioni degl'industriali della provincia di ChieC,