OLII COMMESTIBILI. 123 che vendono per bisogno., o per l’impossibilitä in cui si trovano di far l’olio da se. In molte parti della Liguria la proprietü e frazionata e la con- dizione dei proprietari d’oliveti neU’ultimo decennio s’ e fatta assai critica per la siccitä che persiste in quella contrada da piu di dieci anni, e rende i ricolti magri e infelici. Tutto compresa, gli olii della Liguria non hanno generalmente raggiunto nella loro fabbricazione la bontä e l’eccellenza degli olii toscani e baresi, e ciö a confessione degli stessi proprietari liguri. Le cause sono molte, e vero, ed a me sembra di averne dette le principali. Non solo la pro- duzione si potrebbe aumentare, ma la qualitä si dovrebbe migliorare. Concordemente poi nelle loro deposizioni scritte, i principali industriali liguri espressero alla commissione d’ incbiesta il loro desiderio di proibire in Liguria, e in tutta Italia 1’ importazione degli olii di seme, che sono a loro parere la rovina degli olii d’oliva, non solo per la concorrenza che fanno ad essi, ma sopratutto per la cattiva fama che danno all’estero ai nostri olii commestibili, facendoli credere mescolati agli olii di seme. Deri- vano da ciö liti e rovine di negozianti. Ma e quistione di buona fede e di onestä commerciale, dico io. Se vi sono negozianti inonesti e birbi, potrebbe il Governo perciö vietare l’importazione degli olii di seme, che pur servono a tante nostre industrie nazionali? Dovrebbe cominciare innanzi tutto dal far chiudere le grandi fabbriche di olii di seme e di cascami, che sono in ogni parte d’ Italia, in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, in Liguria, in Terra di Lavoro, in Terra di Bari e in Sicilia W. Questo farebbe ridere. I negozianti onesti devono guardarsi da coteste mescolanze, che sono anche materia di codice penale e non tornano che a danno loro e delle contrade a cui appartengono. Il signor Escoffier, che nella sua deposizione scritta chiede sia proibita 1’importazione e la fabbricazione degli olii di seme, che egli crede sieno un male peggiore della siccitä e di tutte le im poste, e costretto a confessare che coteste mescolanze inoneste si vanno estendendo anche in Liguria. E un male, un gravissimo male lo so, ma puö ad esso provvedersi nel modo che il signor Escoffier consiglia? 11 signor Escoffier dev’essere un protezionista feroce. Dopo aver scritto questo, fa notare al Comitato d’incbiesta industriale come sia pregiudizievole l’in- troduzione del petrolio, il quäle fa una grandissima concorrenza agli olii da ordere, i quali non si trovano quasi piü a vendere ( 2 . Vorrebbe dunque proibito anche l’importazione del petrolio? E perche invece egli non consiglia (1) Qucsta industria degli olii di seme: arachide, sesarao, lino, cotone, noce, ricino, ravizzone e cascami d’ogni nalura ha raggiunto fra noi una grandc perfezione. A Vienna ne avemino nove espositori. Fu prcmiala con medaglia di progresso la rasa Anselmi e Marassi di Marigliano in Campania, oho per qualitä e quanli a di prodotto c la prima d’Italia c ha preso prernii in ogni esposizione. Anche le dilte Scerno e Sismondi di Padova, e Pansini Gallo di Slolfelta ebbero premii. Gli olii di semi non furono propriamente di nostra com- petenza, non essendo commestibili. Esscndo poi pochissimi, non caddero sotto la competcnza speciale di alcun gruppo. Noi esaminanitno quellt italiani. (1) Deposizione scritta del cav. Francesco Escoffier di SanRemo. Atti del Comitato d’ incbiesta industriale. Roma, 1874.