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Volltext: Monografia della vetraria veneziana e muranese

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smalti a graffito, sfolgoranti di avventurina, di rubino, di acqua 
di mare, di opale, con orli, fiori, farfalle, scrpi, delfini, cigni, ini- 
ziali di nomi, mascheroni, decorazioni e fregi gen tili e graziosis- 
simi. Tutti questi oggetti, molti dei quali offrivano una leggerezza 
aerea, e molti di malagevole e lungo lavoro, non v’ ha dubbio, ri- 
velavano la risorta industria artistica veneziana e muranese, rive- 
lavano il magistero tutto proprio e speciale della mano libera 
dell’ artista, che non da altro giovato, che da un po’ di materia 
inerte, da una canna di ferro e da una pinzetta, riusciva a queste 
vere creazioni dell’ arte fecondate in poco d’ ora e nate piene di 
vita sotto la potenza dell’ intelligenza, dell’ ardimento e della de- 
strezza. All’ esposizione di Parigi non mancarono le lampade, i 
candelabri, gli specchi; ciö che mancava della classica partita dei 
vetri a soffio, erano i vetri dipinti ad oro ed a smalti fusi. Ebbene, 
se in un anno appena di sforzi, di prove e di esperimenti era 
giunta questa nostra industria artistica a farsi onore nella eapi- 
tale della Francia, in eoncorrenza con tutte le arti e le industrie 
dell etd prische e moderne dell’ antico e dei nuovo mondo, bastö 
meno d’ un anno perche la smaltatura e la doratura a fuoco nel 
vetro esse pure tornassero a vivere in mezzo a noi. 
II lavoro della smaltatura e della doratura a fuoco, che ave- 
vano rese celebri le famiglie muranesi Barovier, Miotti, Bertolini, 
ed ultimamente la Brussa, era da mezzo secolo tra noi perduto. 
Nel 1804, come fu accennato, alcune languide prove di questo 
lavoro furono presentate dal muranese Antonio Tosi, prove che 
vennero premiate quali elementi a sperare quäl che cosa di me- 
glio. II comm. Salviati, sempre intraprendente e coraggioso, tenne 
conto degli anzidetti elementi e come ne careggiava da lungo 
tempo P idea, pote piü tardi vederla accolta favorevolmente dalla 
sua Societä, e quindi posta in atto. II Salviati nel 1867 conobbe 
a Parigi un valente artista italiano, il cav. Giuseppe Devers, oggi 
professore di ceramica al museo industriale di Torino, e pittore 
di smalti di S. M. Yittorio Emanuele. Il valente ed ottimo Devers 
veniva condotto dal Salviati a Venezia quäle maestro di smalti e
	        
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