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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo, Gruppo XXVI: Educazione, istruzione e cultura. [Gruppo] XV. - Istrumenti musicali

2 GRUPPO XXVI. 
prodotto; e il suo valore non ista nel riprodurre quello che oggi avete davanti 
agli occhi, ma nel rifarne uno nuovo, nel quäle lo spirilo suo lasci qualche 
altra orma di se. Ad ogni modo, gli oggetti, che stanno a prova del valore 
delle miniere, delle manifatture, dell’artista, hanno in se medesimi tutto 
quello ehe serve per farne un compiuto giudizio. Ma quäle e nella materia 
dell’educazione e dell’ istruzione l’oggetto, che permette il medesimo sopra se 
stesso, o su quel complesso di efletti del quäle esso e per se solo un piccolo 
elemento? Puö parere a principio, che tale o tale altro degli oggetti delle 
scuole si possa separare da ogni altro e considerare in se, e diventare soggetto 
di un giudizio, che ne assegni il valore assoluto o relativo; ma, chi guardi 
bene, vede che non si puö; poiche cotest’oggetto, qualunque esso sia, non 
acquista 1’utilita sua, se due spiriti estranei ad esso, e d’ un’ infinita varietä 
nelle attitudini loro, e capaci di tanta diversitä nella misura, con cui rag- 
giungono il lor fine, non vi stanno davanti, e non parlan con voi, lo spirito 
del maestro che insegna e quello dello scolare che impara. 
Una si fatta difficolta non e davvero tutta invineibile; questi due spiriti 
hanno anch’essi temperamenti medii, vuol dire che, pur mantenendo la loro 
diversitä, hanno molte simiglianze, che gli accomunano, piü o meno, tutti, e 
queste simiglianze possono da una conformitä di metodi nell’apparecchiare il 
maestro all’ufficio suo, e lo scolare a giovarsene, essere accreseiute d’intensitä 
e d’estensione. Si puö, dunque, apprezzare ciascun oggetto della scuola, e il 
complesso degli oggetti ond’essa e composta rispetto a cotesto maestro e cotesto 
scolare, non ideali o reali affatto, ma sommamente probabili, cioe dire forniti 
di quel numero e misura di qualitä, che si riscontrano nei piü dei casi. 
Poiche la dimanda si restrigne cosi, vediamo in quäl proporzione l’una 
rispetto all’ altra le diverse parti dell’ istruzione si possono esporre; e se 
per alcuna ogni mezzo d’ esposizione finisce. 
Qui e bene, per prima cosa, distinguere di quäle istruzione parliamo; se, 
cioe dire, con questa parola s’ intenda la coltura del paese, eh’ e il frutto di 
tutto lo sforzo fatto in questo per ogni via dalle famiglie e dalle scuole per 
un fine di progresso intellettuale o morale; owero il sistema di scuole, che 
vi s’e instituito per conseguire un fine di tanto rilievo, o che le scuole sieno 
l’effetto di leggi, o ch’esse si devano al natural istinto della societä o a pri- 
vati cittadini che, per sentire questo piü vivo dentro di se, o per vantaggio 
proprio, attendono ad insegnare. 
Non si potrebbe affermare che 1’istruzione d’un paese sia esposta tutta, 
se non da prova di se in questi due modi nei quali puö essere intesa; se, 
cioe dire, non mostra insieme il seme ed il frutto. Ma il frutto, che e la 
coltura a cui il paese e giunto, e nato tutto dal seme delle scuole, o non e 
stato, invece, maturato e fecondatp da molte allre e diverse cause? 
Supponiamo che di questa interrogazione non serva di tener conto; e che 
o si possa considerare la coltura come effetto solo della scuola, o si possa 
negligerne, senza danno, le altre cause, o che, ad ogni modo, ciö che vi ap- 
partiene alla scuola, vi si possa distinguere dal rimanente. Nessuna, per vero 
dire, di queste Ire supposizioni e esatta, ma ammettiamo die 1 una o 1 altra 
sia tale, e camminiamo innanzi, poiche la via hinga nc sospigne. Che modo
	        
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