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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo, Gruppo XXVI: Educazione, istruzione e cultura. [Gruppo] XV. - Istrumenti musicali

EDECAZIONK, ISTRUZIONE E COLTERA. 23 
terrestri del Paravia , per mo’ d’eseinpio, e le tavole fotografiche, litografi- 
che, ecc. d’Italo d’Errico, venuto Iui stesso a persuadersi che piü non v’e- 
rano. Tutti gli oggetti attinenti all’educazione del bambino, che avrebhero 
dovuto essere trasferiti nel padiglione proprio, non vi furon trasferiti mai, 
parte perche si penü assai a trovarli, ne furon mai trovati tutti; parte perche 
il padiglione stesso s’apri troppo tardi, ne si ebbe modo di risolversi a por- 
tarveli. Questi non sono che taluni casi, i quali cito a memoria; dovrei di- 
stendermi assai piü, se volessi qui uno per uno citare tutti gli oggetti o di- 
spersi, o mal collocati, o non ritrovati se non dopo lunghe ricerche. 
Ne con queste parole intendo nmover biasimo al professore Codazza, a cui 
era stata commessa la distribuzione di questa esposizione. Egli aveva fatto il 
meglio che avesse potuto e saputo, nella ristrettezza dello spazio che gli era 
stato concesso, spazio che nessuna delle nazioni d’Europa, pcrsino di quelle di 
cui la esposizione era men copiosa della nostra, la Danimarca, per esempio 
e i Paesi Bassi, aveva provvisto minore. Deila Russia, del Portogallo, della 
Spagna non serve aggiungere, che l’avevano di gran lunga piü largo. Era 
forse piü grande quello assegnato alla Finlandia e alla Croazia. Diffatti. 
quest’esposizione nostra si ammucchiava in un braccio della baracca di le~ 
gno, costruita a lato d’una galleria trasversale; e in questo era unita coll’e- 
sposizione della libreria e dell’ incisione; e si distendeva sulle panche late- 
rali infisse alla parete, e sopra un tavolo posto nel mezzo, e che serviva 
di appoggio ad una scansia a due piani. Anzi devo qui aggiungere, che non solo 
il prof. Codazza non va censurato in nulla, ma va lodato molto della gran 
pazienza e cortesia, colla quäle corrispose alle molte domande e premure del 
giurato italiano. 
La maggior parte di questo piccolo spazio era occupata dall’ esposizione 
del Ministero di pubblica istruzione, che era registrata con due numeri del 
catalogo, 76 della categoria B - Istruzione -, 48 della categoria C - Coltura. 
- Non si sarebbe potuto, per vero dire, chiamare una mostra se non con molta 
poca precisione; poiche buona parte dei libri dei quali si eomponeva, era 
stata, non che disposta sopra le panche, riposta sotto; ed era ricoverta dalla 
tela verde, che scendeva sino a’ piedi di quelle. 
Il Ministero d’ istruzione pubblica del Regno d’ Italia aveva concepito l’e- 
sposizione sua in una maniera diversa da quella che avevano fatto tutti gli 
altri Governi. Questi avevano dato maggior luogo e peso alla mostra di tutto 
quello che forma esternamente la scuola; mezzi deH’insegnamento intuitivo, 
complesso degl’ istrumenti od utensili necessarii ad essa, libri che vi si usano, 
mobilia e sua disposizione. La scuola primaria, quindi, aveva preso il prin- 
cipale posto; poi la secondaria, sopra tutto la reale, quella d’arti e mestieri 
e di belle arti; inftnc nell’insegnamento superiore, le scuole politecniehe ave 
vano dato piü largo indizio di se. Una siffatta esposizione era tutta visibile, 
e vivacemente visibile; modelli in legno, o piante in grandissime tavole degli 
edificii, e nel rimanente gli oggetti stessi usati nelle scuole. A questa dimo 
strazione parlante avevano la piü parte dei Governi, come avrö luogo di 
dire, aggiunto una statistica stampata, riassuntiva; e connessa con una 
relazione sull’organizzazione dell’ insegnamento presso di loro. Se non che
	        
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