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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo, Gruppo XXVI: Educazione, istruzione e cultura. [Gruppo] XV. - Istrumenti musicali

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EDUCAZIOSE, ISTRUZIONE E COLTURA. 
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E questi avrebbero dovuto esser fornlti secondo il tenore d’ una formula, 
annessa alla Circolare. 
II giurato italiano aveva, il piü validamente che gli era stato possibile, 
difeso nell’adunanza del Giuri la ragionevolezza di questa norrnu; e come non 
si dovesse soggettare all’ esame nessuna opera che non si riferisse particolar- 
mente all’istruzione, e neanche nessun’ opera, il cui autore non avesse espli- 
citamente chiesto che se ne pronunciasse giudizio. Difatti, se si fosse fatto 
altrimenti, 1’opera de’giurati avrebbe rischiato di non mai finire; o di 
mancare invece d’ogni apparenza di serietä e di ponderazione, poiche non 
si sarebbe potuto credere da nessuno, che tanta mole di libri, quanta appa- 
riva nell’Esposizione, e sopra tutto nell’italiana, fosse stata prima letta che 
apprezzata da’giurati nel breve spazio di quaranta giorni; oltreche, non pa- 
reva al giurato italiano cosa di picciolo momento e di poca delicatezza il 
chiedere un premio piuttosto per tale che per tal’ altra delle relazioni, quando 
ne gli s’eran mostrate tutte prima di partire per Vienna, cd in Vienna non 
vi sarebbe stato modo ne tempo di studiarle maturamente. 
Pure, nell’adunanza del Giuri, composta di persone che parlavan piü lin- 
gue, e dove nessuno intendeva, tutte quelle parlate da ciaseuno dei suoi col- 
leghi, non furon potute fermare ne coteste regole di condotta indicate piü su, 
ne altre in modo certo e generale. Sieche, chi consideri i premi assegnati 
cosi agli espositori nostri come agli altrui, vedrä, che, ne l’esposizioni collettive 
sono state considerate sempre solo nel loro complesso, ne, quantunque non 
l’abbia fatto che in casi rarissimi, il giuri s’e astenuto dall’assegnare premi 
a libri non attinenti all’istruzione. 
II giurato italiano, quindi, non ha creduto neanch’egli bene di persistere 
in un rigore d’interpretazione, il cui effetto sarebbe stato soltanto questo, di 
privare il proprio paese d’ una parte dell’ onore che gli sarebbe potuto spet- 
tare. E la ragione principale, che l’ha indotto a dipartirsene, e stata questa: 
che nel nome proprio assai poche scuole tecniche avevano concorso, e una 
parte di queste, non solo regie, ma comunali, apparivano sotto quello del 
Ministero. Ora, nel sistema nostro d’istruzione pubblica, non v’era certo nes 
suna ragione di confondere in un premio al Governo i singoli premii che 
avessero potuto spettare all’ operositä scolastica dei Comuni. 
Pure, e debito del giurato italiano l’avvertire, che, se in una materia che 
snrä indicata piü in lä, il giudizio del giuri si puö dire fondato sopra una 
matura ispezione e una disamina quasi compiuta di tutto quello che vi si 
riferiva nell’esposizione nostra, non si puo dire, ne credere il medesimo di 
tutte le altre. La gran riputazione del Fiorelli ha permesso di chiedere e di 
ottenere facilmente per lui un diploma d’ onore per la sua memoria sugli 
scavi di Pompei, e per tutta 1’operositä sua nel campo della scoverta areheo- 
logica. E certo quella e questa sono degne d’ogni maggiore ricognizione. Cosi, 
il molto e meritato nome del Conestabile ha permesso che alla sua illustra- 
zione della necropoli etrusca di Orvieto fosse assegnata una medaglia di pro- 
gresso. Dimande singolari di esame, secondo il prescritto dall’art. 48 suc- 
citato, giunte a voce o per iscritto, sono state causa, che al giornale geografico 
del Cora, non registrato in nessun catalogo, alla societä geografica di Roma,
	        
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