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ÜRUPPO XV.
Gli istrumenti a fiato di ottone di Giuseppe Pelitti si distinguono prinei-
palmente per la loro leggerezza e l’eleganza del lavoro, come anche per la
giustezza d’intonazione e la precisione del meccanismo.
Giuseppe Pelitti e stato l’inventore di molti istrumenti a pistone ed a
cilindro, i quali hanno arricchito le orchestre e le bande militari, e di altre
modificazioni e perfezionamenti tecnici d’ istrumenti giä in uso.
Sin dal 1845 la casa Pelitti ha ottenuto le piü grandi distinzioni a tutte
le Esposizioni parziali o mondiali, tanto in Italia quanto all’estero, e spesso
nello stesso anno essa ha riportato sino a tre premi a tre diversi concorsi.
A questa Esposizione di Vienna, la ditta Pelitti ha ottenuto il primo pre-
mio possibile, cioe la Medaglia del Progresso. Come nuova invenzione essa
presentö una tromba d’ordinanza, la quäle per via di un pistone ha ingran-
dito la sfera delle sue modulazioni, e poträ col tempo forse servire anche
per suonare in concerto nella banda militare. Questa tromba, la quäle costa
naturalmente pochissimo, e perö piuttosto un’applicazione anziche un’inven
zione di un meccanismo, ed ha bisogno di essere perfezionata ancora, per
poter servire allo scopo prefisso dal fabbricante.
Lo stabilimento Pelitti impiega 137 operai interni ed 85 esterni. Fra que-
sti hanno ora ottenuto la Medaglia di Cooperazione: Eugenio Elli, Colombo
Prezzolari e Romualdo Degratzer, come i piü anziani fra i piü distinti.
La fabbrica Pelitti provvede 1’ armata italiana e spedisce all’ estero una
grande quantitä d’ istrumenti di ottone ogni anno. Essa produce inoltre eecel-
lenti istrumenti a fiato in legno, gran casse, tamburi, timpani, ecc.
Fondata appena nel 1850, la fabbrica d’istrumenti a fiato di ottone di
Ambrogio Santueci da Verona, si e giä acquistata ottima fama, ed i lavori
mandati da questo ancor giovane nome all’Esposizione di Vienna hanno me-
ritato l’encomio dei periti, tanto per la loro giustezza d’intonazione, quanto
per la precisione del lavoro tecnicamente parlando. Sieche sarebbe un atto me-
ritorio e savio 1’ incoraggiare in qualehe modo questo valentuomo nella sfera
delle arti industriali in Italia, il quäle anche dal lato finanziario e utile
alla sua patria, contando giä sopra una vendita di 50,000 lire italiane al-
1’ anno.
Il Santueci mostra possedere genio artistico e ingegno commerciale. Egli
impiega giä 15 operai, e dopo avere ottenuto molte distinzioni nelle Espo
sizioni parziali ed universali, tanto in Italia quanto all’estero dal 1868 in
poi, ha adesso ottenuto la Medaglia del Merito a questa di Vienna.
Antonio Palmieri di Forli, giovane fabbricante con pochi mezzi pecuniari,
avendo cominciato a lavorare nel 1867 seppe giä meritarsi la Medaglia di
argento, tanto all’Esposizione di Padova nel 1869, quanto a quella di Forli
nel 1871.
I suoi istrumenti di ottone possiedono dei meriti che mostrano 1’ingegno
e lo zelo del fabbricante, ma sono ancora imperfetti, un poco troppo pesanti,
mancano di eleganza di forma e facilitä di giuoco nei cilindri, e sono quindi
ancora di gran lunga inferiori a quelli del Santueci. Il Giuri gli ha conferito
il Diploma del Merito. — La vendita annua degl’ istrumenti del Palmieri e
ancora ben limitata.