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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo, Gruppo XXVI: Educazione, istruzione e cultura. [Gruppo] XV. - Istrumenti musicali

1STRUMEATI MUSICALI. 89 
incomincia anch’essa a trattare l’insegnamento musicale, come parte integrale 
di una buona educazione. II pianoforte quindi viene di giorno in giorno sempre 
piü introdotto nelle famiglie, e la fabbricazione degl’istrumenti nazionaii 
essendo di granlunga inferiore a quella degli stranieri, e non bastante a 
soddisfare la decima parte delle domande, vi sono (principalmente a Milano, 
Firenze e Napoli) dei negozianti, i quali ritirano annualmente dalla Francia 
e dall’Allemagna delle migliaja di pianoforti, per rivenderli con grosso gua- 
dagno fra noi. Cosi piü di un milione di franchi all’anno esce dall’Italia 
per pianoforti importativi. 
Le poche e meschine fabbriche di questi istrumenti, esistenti principalmente 
in Napoli e Torino, non possono infatti chiamarsi tali, poiche esse ritirano 
da Parigi e da Vienna quasi tutte le forniture intere per i pianoforti, il 
feltro, i profili, le corde, le armature in ferro, eec., ecc., dimodoche una 
gran parte del danaro ch’esse ricavano dallo scarsissimo numero degl’istru 
menti che fabbricano va all’estero. 
L’unico fabbricante di profili, e di meccaniche per pianoforti e melopiani 
presentatosi a questa Esposizione, e un tale Carlo Perotti di Torino. Ancor- 
che i suoi lavori siano imperfetti, e non possano quindi sostenere vantaggio- 
samente il confronto con quelli esposti dai grandi e provetti fabbricanti in 
questo genere, tanto francesi quanto austriaci ed alemanni, pure bisognerebbe 
incoraggiare il Perotti ad accrescere e perfezionare questa importantissima 
industria in Italia, senza di che la fabbricazione nazionale dei pianoforti non 
poträ mai emanciparsi dalla concorrenza estera. 
Perotti occupa digiä dieci operai nella sua nascente fabbrica. Se egli ne 
avesse i mezzi, aumenterebbe il numero dei lavoranti suoi; ed e da ciö ap- 
punto che dipende il miglioramento e la perfezione dei pianoforti. Poiche, 
la fabbricazione di ogni singolo pezzo di uno strumento richiedendo una esat- 
tezza straordinaria, fa d’uopo avere delle centinaia di operai speciali come 
per l’orologeria, onde poter costruire dei pianoforti di primissimo ordine. 
L’ Italia trovasi per la fabbricazione dei pianoforti piü indietro della Spa- 
gna, la quäle possiede in Barcellona un certo Bernareggi, proprietario di 
una grande fabbrica completa, fornita di tutte le macchine a yapore, e degli 
utensili piü moderni, e producente ogni cosa piü minuta necessaria a tale 
costruzione. 
In tali condizioni naturalmente i migliori fabbricanti di pianoforti italiani 
non hanno potuto ottenere la Medaglia del Progresso a questa Esposizione, 
poiche i loro strumenti non appartengono yeramente ad essi che in minima 
parte. 
Sieche Giacomo Sievers, e Giovanni De Meglio di Napoli ottennero la 
Medaglia del merito, avendo esposto dei pianoforti ottimi, ma ben lungi 
ancora dai Bösendorfer, Streicher, Blüttmer, Erard, Herz, ecc., e fabbricati 
col materiale ritirato da Parigi o da Vienna. 
Caldera e Brossa (ditta) di Torino, esposero dei pianini, chiamati Melo 
piani, ossia pianoforti a voce prolungala. 
Questo effetto (ottenuto mediante un meccanismo speciale, che comuni- 
cando un moto oscillatorio a tanti piccoli martellini, fa si che queste pereuotano
	        
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