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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 2: Esposizione temporaria degli animali bovini, ecc. Esposizione cavallina

ESPOSIZIONE TEMPORARIA J1EGU ANIMALI. 
U 
veterinaria di Vienna; il professore Richter direttore della scuola agraria; 
il cav. Villems parimente direttore della seuola agraria di Gratz. A costoro 
si aggiunsero non poche notabilitä prese fra i grandi possidenti e gl’inse- 
gnanti delle scuole agrarie di üngheria. 
Il presidente, dopo alcune eloquenti parole d’inaugurazione dirette ai giu- 
rati per ricordar loro il dovere all’ imparzialitä ed alla giustizia, propose 
che il Giuri si dividesse in altrettante sezioni quante erano le specie di ani- 
mali presenti alla mostra; indi, interpellando il desiderio di ciascuno dei 
presenti, lo inscrisse in quella sezione per la quäle optava. 
Ciascuna sezione cosi costituita raccoglievasi seduta stante, e colla nomina 
del proprio presidente e del segretario, compiva la propria organizzazione. 
A facilitare i eonfronti e rendere regolari i giudizi la sezione del Giuri 
pei bovini sotto la presidenza del barone Riese-Stalbourg opinava, dopo qual- 
che discussione, di dividersi in quattro sotto-sezioni o classi, corrispondenti 
ad altrettante categorie in cui si poteyano considerare divise le diverse razze 
d’animali presenti alla mostra, in ragione della loro affinitä o rassomiglianza 
degli usi, delle attitudini, ovvero anche delle condizioni di allevamento. 
Al giudizio della prima sottosezione vennero assegnati gli animali della 
razza inglese a corte corna di qualunque provenienza, a cui si aggiunsero 
le razze affini per iscopo ed esigenze, distinguendole sotto l’appellativo di 
razze di pianura o razze sedentarie tanto da carne quanto da latte, quali ad 
esempio la razza olandese, quelle dette della Frisia orientale ed occidentale, 
e la razza Czacky. 
Alla seconda categoria si assegnarono tutte le razze di bovini che sogliono 
essere monticati e possonsi dienere come razze montanine, per lo piu animali 
da latte, e fra queste si compresero le razze del Montafon, la bavarese del 
Simmenthal, la Pinzgau, le razze tirolesi della Lillerthal, del Graubund, la 
razza di Algao, quella di Schwitz, di Berna e le affini. 
INella terza classe furono comprese tutte le razze ehe soglionsi distinguere 
piu comunementc coll’appellativo di razze indujcne o paesane, potendosi dif- 
ficilmente assegnar loro una qualunque altra origine o flgliazione, e fra 
queste furono comprese la razza badese del Messkirch, la stiriana della valle 
della Mürz e di Mariahofer, quella pure paesana della Moravia (Kuhländer) 
la Kitzbichler, la Patznauer, la Mölthaler, tutte del Tirolo o della Carinzia, 
a cui si aggiunsero tutti i bestiami provenienti dall’Italia. 
Al giuri della categoria quarta fu demandato di giudicare le razze di bo 
vini che si possono considerare come direttamente provenienti dalla razza 
delle steppe, e quindi gli animali ungaresi, la razza della Podolia, quella di 
Siebenbürg, e degl’Italiani la razza pugliese ed i bufali. 
La sezione degli ovini tenne contemporaneamente un’animata discussione 
sul quesito se si dovessero avere due oppure tre sottosezioni, a seconda che si 
volessero distinguere le diverse razze solamente nelle due categorie di pecore 
per la produzione della carne o da ingrasso, e di quelle che si destinano 
principalmente alla produzione della lana; oppure vi si dovesse aggiungere 
anche una terza categoria per quelle razze ovine che non possono vantare 
una speciale attitudine per uno dei due usi sopra indicati, mn piuttosto li
	        
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