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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 2: Esposizione temporaria degli animali bovini, ecc. Esposizione cavallina

ESPOSIZIONE TEMPORARIA DEGLI AIMMAI I. 
cati d Kuropa non resta dal farsi sentire anche in Italia, e giä il calcolo di 
convenienza, prima maestra nelle Industrie, ha persuasi non pochi pastori 
della parte settentrionale, ad abbandonare quasi la confezione dei latticini 
(che riservano ai pochi mesi di permanenza sui monti, ove lavorano il latte 
di pecora unitamente a quello delle capre e delle vaccine) per attendere in- 
vece al piü pronto e piü completo allevamento degli agnelli, che vengono ca- 
strati, e si vendono con convenienza al primo anno d’ etä su tutti i mercati 
delle provincie di Bergamo, di Brescia, di Cuneo, di preferenza agli ineetta- 
tori fraucesi, e rappresentano il principale reddito del gregge. Cosi la pa- 
storizia viene colä a subire una lenta, ma radicale trasformazione ne’ suoi 
scopi, per quanto ciö riesce possihile colla necessitä di alternare i pascoli; e 
giova ad ottenere questi risultati la razza che e d’alta taglia, le lane gros- 
solane, i pascoli non di rado ubertosi. Sempre sotto l’impulso del tornaconto 
non tarderä a formarsi una classe di allevatori fra noi, che acquisti questi 
nostri animali al loro scendere dal monte, ed imprenda a prepararli al ma- 
cello, ingrassandoli come ora fanno con lucro non indifferente i Francesi, e 
come giä si pratica con vantaggio in alcuni luoghi del Veneto. 
Piü lenta riuscirä forse questa trasformazione nel centro e nel mezzodi, 
perehe piü difficile colä di transigere colle esigenze del clima e le abitudini 
della pastorizia, e stante altresi le razze d’animali piü piccoli, il pregio mag- 
giore delle lane, la incostanza dei pascoli, la distanza maggiore dei luoghi 
di consumo; ma tuttavia una parziale riforma nel senso suaccennato di pre- 
parare carni di animali adulti anzi che agnelline, non e difficile che anche 
qui si imprenda; perehe si renderä col tempo sempre piü evidente che questo 
prodotto e quello dei latticini, sopratutto, non ha un avvenire commerciale, 
mentre i montoni di cui si e spinto l’allattamento e che si allevano piü adulti 
e vegnenti sono piü ricercati e meglio pagati, e rendono altresi un prodotto 
piü certo. 
D altronde poi, prescindendo da queste piü eomuni condizioni della grande 
pastorizia nomade, abbiamo anche in Italia numerosi luoghi, ove la pecora 
si alleva da coltivatori presso il podere; e per tutti costoro l’industria del- 
1 allevamento delle razze da ingrasso va sicuramente a diveDtare 1’ ottima 
delle speculazioni, e la convenienza pratica come la ragione teorica dovrä 
persuaderneli. 
Questa industria deH’allevamento della pecora allo scopo speciale di farne 
un animale da macello, mediante 1’ingrasso, e una industria possihile in 
Italia, ma non ancora apprezzata in tutta la sua utilitä e direi quasi non 
intesa dai piü. 
Ciö non toglie che da parte delle autoritä che presiedono allo sviluppo 
del progresso agrario, da parte dei sodalizi agrari d’ogni sorta ed anche dai 
privati meglio istruiti, si debba fare ogni sforzo per introdurre anche da noi 
quelle razze ovine perfezionate per il macello, o perehe colla selezione dei 
riproduttori nelle razze locali si provveda piü che altro ad accrescere non 
solo il peso degli animali, ma principalmente la tendenza all’ingrassare. Si 
tenti soprattutto di dare un piü utile indirizzo a tutta quella pastorizia che 
diremmo sedentaria, perehe composta di piccoli greggi allevati, mantenuti nei
	        
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