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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 2: Esposizione temporaria degli animali bovini, ecc. Esposizione cavallina

ESPOSIZIOINE TEMPORAKIA DEC1.I ANIMAU. 
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poderi, la quäle e tutt’ ora affidata alla sola scienza e coscienza dei conta- 
dini e non ebbe a risentire nessuna infiuenza del progresso generale e razio- 
nale delle industrie agrarie. 
La parte eollinale e pedemontana delle antiche provincie, tutto l’altipiano 
del Veneto, i colli e la parte mono valliva dell’Emilia, buona parte delle 
Romagne, tutte indistintamente le Campagne delle valli toscane e financo piü 
in basso alciini territori del versante Appennino nel Casertino e nel Saler- 
nitano, offrono non pochi esemplari di questo allevamento fatto in piü pic- 
cole proporzioni ed annesso all’agricoltura, ed e sopra queste proporzioni 
abbastanza vaste che deve essere intrapresa la riforma suaccennata. 
ln quanto ai miglioramenti da introdursi nella grande pastorizia trans- 
terminante, devono questi risguardare la qualitä delle lane, senza perü per- 
dere di vista anche la produzione delle carai. E noto come avvenisse in Italia 
a piü riprese l’introduzione dei merini tanto dalla Spagna direttamente quanto 
dalla Francia. Fino dalla metä del secolo scorso e sul prineipio del presente 
avvenne questa importazione largamente ed a piü riprese per iniziativa dei 
governi e di pubbliche associazioni, e difatti abbiamo molte delle nostre 
razze di pecore come la gentile di Puglia, la sopravissana e la vissana di 
Romagna, la padovana del Veneto ed alcuna sottorazza del Riellese, che mo- 
strano evidentemente di non essere altro che il risultato di un incrocio col 
merino, di cui si riconoscono tuttora i benefici effetti nella qualitä superiore 
delle lane. 
Ora dovendo attendere ad accrescere e proäeguire le cause di questi utili 
effetti resta a vedere quäle delle tre varietä di merini piü sopra rammentate 
possa tornare conveniente per i nuovi tentativi di incrociamento ed introdu- 
zione del puro sangue. 
Parendomi la questione abbastanza importante, non ho tralasciato di rac- 
cogliere sulla medesima quanti piü pareri ed osservazioni mi venne fatto di 
avere in questa occasione dell’esposizione mondiale. 
Non tacerö anzitutto come molte persone di incontestata autoritä nella 
materia si mostrassero apertamente contrarie al prineipio della introduzione 
di un nuovo tipo per 1’incrociamento colle nostre razze da lana, ed adduces- 
sero a loro giustificazione le note diflicoltä generali di ben riuscire a giusto 
fine cogl’incrociamenti, le altre non poche dipendenti dalla acclimazione, 
e sopratutto insistessero nell’osservare che, dal momento che alcune nostre 
razze offrono giä delle buone lane mezzo fine abbastanza ricercate e sufliciem 
temente pagate, l’unica riforma da farsi debba eonsistere nel miglioramento 
mediante la selezione e nella maggiore diffusione di queste stesse razze da noi 
riconosciute per le piü pregevoli. 
L’opinione perü della maggioranza dei pratici consisterebbe piuttosto nel 
tener conto di questa minöre finezza della lana come un amminicolo della 
possibilitä di accrescere in queste nostre razze la produzione della carne, 
sempre mediante la selczione e le buone eure di governo. 
Opinione poco diversa professano coloro che ci suggerirono 1’introduzione 
del merino Negretti, del Mauchamp ed anche del Rambouillet, come valenti 
ad accrescere non tanto la finezza delle lane quanto la taglia degli animali.
	        
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