ESHOSIZlONfc TEMPORARIA DICG1.I ANIJIALI. 49
II commercio internazionale delle carni si diporta perö alquanto diver-
samente dal commercio di altre derrate di prima necessitä, per la qualitä
della merce stessa, la quäle non si adatta ai lunghi trasporti senza deterio-
rare, se non nel caso che essi siano celerissimi.
E quella considerazione che mosse gl’Inglesi a farsi produttori di carne
per la ditficoltä di averla dal difuori per il caro costo dei trasporti, fu
quella stessa che mantenne fino a questi Ultimi anni il prezzo delle carni di
molto inferiore fra noi di quello che non lo fosse sul mercato di Parigi o
di Lione.
Ora le condizioni dello stesso mercato fra noi variano alquanto, ed il
prezzo del bestiame da macello, che per noi si e quasi raddoppiato, trovasi
ancora tanto al disotto dei prezzi di quelle piazze, rimasti normali, da la-
sciare una sicura convenienza per le spese ed i rischi del trasporto t 1 ).
Il raggio del territorio in cui viene fatta la provvista di questi grandi
mercati andö sempre estendendosi. La Francia, giä forse da una ventina
d’aiini, faceva incetta d’ animali nelle provincie conlinanti di Germania, e
financo in Austria ed in Ungheria; ne traeva dall’Italia, dalla Spagna,
dall’ Algeria.
Ora sembra si vogliano mettere a contribuzione anche le mandre selvaggie
delle steppe. Basta a dare un’ idea di quest’ immenso consumo il conside-
rare che ad ogni mercato settimanale della Villette presso Parigi si presen-
tano da duemila a duemila e Cinquecento capi di grosso bestiame, e da sedici
a ventimila capi di bestiame minuto; il che darebbe per l’intera annata I’e-
norme cifra di centoventimila capi dell’una qualitä ed un milione dell’altra
per uno solo dei mercati della Francia ( 2 ).
Il numero dei montoni soltanto varia settimanalmente da dieci a quindici-
mila per 1’inverno, da quindici a diciottomila per la calda stagione.
Ora delle cagioni che produssero questo aumento del prezzo delle carni
fra noi, alcune soltanto e non le preyalenti possono dirsi passaggiere, altre
e piü numerose rimangono costanti.
Si annoverano fra le prime la mancata produzione ed il maggior con
sumo a causa della guerra, la invasione del tifo bovino in alcune provincie
della Francia e della Germania che motivarono il divieto d’importaziohe
per alcune provenienze, le interrotte relazioni commerciali con alcuni mer
cati a cagione della guerra e delle conseguenti alterazioni nelle relazioni
politiche.
(1) Attualmente, quaüordici luglio, il cliüogramma di carne bovina, peso vivo, si paga sui
nostri mercati dell’alta Italia da una lira ad una lira e venti centesimi; mentre varia sul mercato
di Parigi da 1.76 ad 1.92.
(2) Il consumo annuale dei macelli per la Francia viene cosi computato dallc piü recenti sta-
tistiche ulliciali.
Buoi 420 000
Vacche 1 130 000
Vitelli 3 350 000
Montoni 5 640 000
Agnelli 1 290 000
Porci 4 290 000
Esposizionc ZTnivers. 1373. — Espos. temp.
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