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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 2: Esposizione temporaria degli animali bovini, ecc. Esposizione cavallina

50 ESPOSIZIONE TEMPORAR1A DEGLI ANIMALI. 
Fra le cause permanenti si annovera 1’ accresciuto cd ognora crescente 
consumo, Ie facilitate ed accelerate comunicazioni, le nuove relazioni com- 
merciali attivatesi con scambievole convenienza dei due paesi, il crescente 
consumo anche per altri centri specialmente di Germania che divergono 1 e- 
sportazione loro dalla Francia e ci cedono il loro posto sul mercato. 
E da ritenersi che queste ultime cause mantengano la ricerca sui nostri 
mercati sempre in una misura favorevole alla produzione, se non anche con 
prezzi cosi elevati, avvegnache noi yediamo mantenersi tuttora un margine 
di lucro per gli incettatori ad onta del prezzo accresciuto fra noi. 
Ad una maggiore produzione che soddisfaccia ad un tempo l’esportazione 
ed il consumo interno del paese provvederä senza dubbio la libertä commer- 
ciale coli’accrescere la convenienza della produzione, coll’animare 1 indu- 
stria dell’ allevamento e col creare nuove forme dell’ industria zootecnica. 
In questo senso qualunque restrizione imposta al commercio sarebbe no- 
civa ai produttori soltanto, senza giovare al consumo locale. E giä si pos- 
sono annoverare alcune risorse e fonti di guadagno che üno ad ora rimasero 
o ignote o trascurate e che possono con questa occasione ridestarsi e rav- 
vivarsi e diventare feconde di lucro. 
Molte provincie del mezzodi, che possono dare un assai maggiore sviluppo 
alla produzione degli animali per la condizione dei loro terreni, non risenti- 
rono ancora gli effetti dell’accresciuto valore della meree; ma ne possono ri- 
sentire un utile non appena siano piü celeri e frequenti comunicazioni: allora 
anche quei bestiami arriveranno a tenere concorrenza all’esportazione con 
lucro degli allevatori. 
Quella nuova forma di pastorizia che ha per iscopo l’allevamento della 
pecora da macello rimane ancora da attivarsi in Italia, ove il consumo e li- 
mitato alle sole earni agnelline, che non possono giovare per un grande e 
lucroso commercio. 
E del pari quell’altra industria dell’allevamento degli animali da^cortile, 
rimane una risorsa atfatto inesplorata per molte provincie italiane. 
Per tutto questo e da credersi che nell’accresciuta produzione degli ani 
mali, e sopratutto nelle buone pratiche razionali che convertono l’arte tra- 
dizionale in industria, il paese possa trovare una sorgente di ricchezza. 
La convenienza, che e maestra in simili innovazioni, ha giä posto dapper- 
tutto anche fra noi la questione del miglioramento delle razze, ed ha destata 
una attivitä maggiore nell’allevamento, che si accresce appunto in ragione del 
lucro che se ne ottiene. 
Questo fatto dell’accresciuta premura e della maggiore estensione concessa 
all’allevamento degli animali nelle provincie che giä godono i benefici della 
esportazione e innegabile: per quanto non si possa per anco dimostrare colle 
cifre, basta perö a provarcelo 1’accresciuto prezzo dei vitelli da macello, il 
quäle giä uguaglia e supera fra noi i prezzi del consumo a Parigi, e ciö 
perche tutti anche i piccoli allevatori sono pienamente persuasi che convenga 
allevare ed accrescere il capitale delle stalle (cespite ora per certo il piü 
rendevole dell’azienda rurale), anzi che diminuirlo come ingiustamente altri 
ha supposto.
	        
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