ESPOSIZIONE cavallina. 05
Nel penultimo giorno della Esposizione cavallina ebbe Iuogo il conferi
mento dei premi; nell’ ultimo fu effettuata una pubblica asta dei capi caval-
lini vendibüi e ne furono esitati 82 a prezzi molto rilevanti.
I premj che il Giuri poteva conferire erano quasi tutti onorifici, men»
duemila fiorini da assegnare a coloro che esso ne credeva meritevoli. Questi
furono divisi in quattro premj; due assegnati a due cavalle di provenienza
araba appartenenti ad un contadino dalla Bukovina e gli altri due a cavalle
di provenienza spagnuola di proprietä di un allevatore ungherese.
Una cosa che mi avrebbe colmato di soddisfazione, se non mi avesse de-
stato un lieve senso d’ invidia, si fu il vedere con quäle costanza ogni mat-
tina, dalle 7 alle 9, giungevano, inviati per ordine dei Ministro della Guerra r
distaccamenti delle urmi a cavallo e con quanta attenzione quei militari esa-
minavano e si studiavano di comprendere ciö che vedevano. Non fu quella 1»
sola, ne 1’ultima delle cose che notai e che potrebbero fornire a noi, col-
1’ esempio, un prezioso ammaestramento.
Nella mia qualitä di ippofilo e di membro dei Consiglio ippico dei Regno
debbo indicare quali sarebbero a parer mio i provvedimenti che dovrebbe il
Governo prendere per aumentare, migliorandola, la nostra produzione ca-
vallina.
In primo Iuogo e necessario che il rappresentante dei produttori, ed il
piü forte consumatore si mettano perfettamente d’accordo: cioe che i Minister!
di Guerra e di Agricoltura, per ciö che riguarda la propagazione e F incre-
mento della specie cavallina, coordinino le loro disposizioni in modo che tutto
proceda all’ unisono.
E oramai provato ad esuberanza che in Italia non vi e oggi alcuna
convenienza a produrre dei cavalli, perche essi non sono in grado di fare la
concorrenza alla estera importazione; quindi questa industria non puö au
mentare e generalizzarsi, se il Governo non solletica Finteresse e F amor
proprio degli allevatori.
E una utopia il ritenere che si possano e si debbano ricostituire le an-
tiche e numerose mandrie cavalline. In primo Iuogo converrebbe rimettere
a pascolo tutto quei terreno che esse occupavano e che fu posto a coltiva-
zione piü utile e piü sana, mentre la proprietä che tende sempre a suddividersi,
non permette il ritorno a un metodo di coltivazione tanto dissimile da quello
oggi praticato con maggiore vantaggio.
D’altra parte, quand’anche il Governo o Societä sussidiate prendessero
in affitto dei terreni per allevarvi un gran numero di cavalli pel servizio
delF esercito, oltreche nel maggior numero dei casi non si avrebhe alcun
tornaconto, non si otterrebbe mai ne un aumento di produzione ne un mi-
glioramento di essa.
Le grandi razze modello non possono essere mantenute che da Sovrani,
da Governi o da ricchissimi possidenti, perche esse non possono mai dare
un utile in danaro, ma sono destinate unicamente a fornire dei riproduttori
miglioratori.
Le mandrie selvaggie o semi-selvaggie potranno invece essere profittevoli
ai loro proprietarj, ma e riconosciuto che con quei sistema non e ammessi-