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si conteneva qilanlo di piii squisito potevasi da essi produrre in tale o tale
altra industria. Di ciö non dettero esempio, ch’io mi sappia, gli espositori
italiani i quali piuttosto si contentarono di rivaleggiare Tun l’altro per me-
ritare anche mediocri ricompense, anziehe unirsi a promuovere con le mostre
eollettive il maggior Iustro e il decoro del paese nostro.
E dura cosa il dover riconoscere come tuttavia si mantenga nell’indole
italiana questo indizio delle inveterate separazioni. Ma perche in altri luoghi
mi toccherä di notare la medesima osservazione, ho voluto mostrare fin da!
principio di questa mia relazione, che anehe a costo di comparire severo
verso i miei connazionali, mi piace di essere prima di tutto amico sehieüo
della aperta veritä.
Innanzi di scendere ai particolari sulle medaglie assegnate, e mio debito
di riferire con quali criteri il Gruppo XII abbia preso in proposito le deli-
berazioni sue, e quäle valore abbia inteso di attribuire, dopo molte e accu-
rate discussioni, alle varie ricompense.
Ouanto al Gran Diploma di Onore, fu stabilito alla unanimitä di atte-
nersi strettamente alle disposizioni contenute nel paragrafo primo dell’arti-
colo XXII del Regolamento generale per l’ordinamento del Giuri; le quali
ilisposizioni non concedono quella specialissima distinzione se non per meriti
eminenti che si riferiscono alla scienza, alle sue applicazioni a vantagtjio
della collura popolare e del benessere spirituale, morale e materiale del-
l’uomo.
Laonde il Gruppo XII e stato assai parco e guardingo nel proporre la
massima e suprema delle ricompense al Consiglio dei presidenti; perö le
sue proposte furono riconosciute giustissime e senza esitazione approvate, per-
ehe di cotal guisa il Gran Diploma d’ Onore restava mantenuto nel suo al-
tissimo pregio.
Rispetto alle altre medaglie, nella seduta del 4 luglio p.° p.°, e surta viva
discussione intorno al modo di interpretare i paragrafi successivi del citato
art. 22 dell’ ordinamento del Giuri. Presiedeva 1’ adunanza 1’ illustre conte
Wolowscki di Parigi, il quäle con molta chiarezza esponeva le idee della
maggioranza, e quelle pur anco del Consiglio di presidenza, sul valore che dee
specialmente attribuirsi alla medaglia che dicesi del buoti gusto. La quäle,
quantunque posta come terza nell’ordine delle medaglie, non puö tuttavia
considerarsi inferiore a quelle che diconsi del progresso e de! meritoj ma
deve intendersi che la medaglia del buon gusto sia una ricompensa di natura
affatto speciale e diversa dalle altre assegnata, a quegli oggetti che anche non
avendo la importanza di una scoperta, o di un comune vantaggio, riuniscono
per altro in se stessi la vaghezza della forma, l’armonia del colorito, la esat
tczza della esecuzione.
Similmente fu stabilito che la medaglia del progresso non venisse per noi
conferita in relazione alle ricompense che gli espositori avessero ottenuto nelle
precedenli esposizioni universali o parziali; ma piuttosto per quegli oggetti
che primeggiassero sugli altri nella esposizione presente, e che la medaglia de!
merito fosse data, con peculiare applicazione di eriterio, anche a chi avesse
esposto oggetti in grandi proporzioni, e di qualilä differenti, procurando in