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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 3, Gruppo V. Sez. D - Seta e tessuti di seta

SETA E TESSUTI DI SETA. 7 
anni che susseguirono la repubblica cisalpina ancor phi rifiori col commercio 
1’ industria serica in Como, sieche nel -1804 i telaj da seta in questa cittä 
ascesero a 920. — Durante il reipio italico la prosperitä del setificio dovette 
perö decadere soprafatto dall’industria francese ne pote riaversi, se non 
quando fummo riassoggettati (1815) all’impero austriaco. — Da quel tenipo 
le Stoffe serielle di Como, trovando nuovamente facile collocamento sul mer- 
cato di Vienna, resero possibile un notevole incremento nelle manifatture 
comasche, la cui concorrenza contrario si fattamente le fabbriehe viennesi 
colä attivate dopo il 1797, da costringere la maggior parte dei fabbricanti a 
congedare le proprie maestranze. — Posteriormente l’importanza produttiva 
delle fabbriehe di Como andö sempre piü aumentando, per modo che nel 1830 
contavansi battenti 2450 telaj, nel 1848 numero 2520, verso il 1852, 2600 
e nel 1850, 2700 e nel 1858 da 2850 a 3000: numero che si mantenne in 
media fino all’ anno 1869 di fronte alle gravi crisi che s’ ebbero negli anni 
1859 e 1860, e nonostante il forte dazio imposto all’ importazione dei tessuti 
serici italiani in Austria. — Da quel tempo 1’industria del setificio in Como 
ebbe tale svolgimento da quasi triplicare in brevissimo tempo 1’ importanza 
produttiva delle proprie manifatture. 
Quäle sia il numero complessivo dei telai battenti in Italia nella fabbri- 
cazione delle Stoffe di seta, non e possibile dire con precisione. Avremmo 
bensi desiderato di dare una statistica completa intorno a questa industria 
manifatturiera e al progresso di essa nell’ ultimo decennio; ma alla buona 
volontä non risposero le tentate ricerche. Documenti statistici ufficiali di 
recente data mancano interamente; la renitenza di molti industriali a far 
conoscere il vero loro stato manifatturiero, rese vani i tentativi iniziati a 
tal fine dal nostro Governo. •—- Risalendo al principio del passato decennio 
troviamo, e vero, alcune cifre pubblicate in proposito (0; ma dal confronto 
di queste con quelle approssimativamente risultanti dalle deposizioni scritte 
e verbali di diversi riputati industriali, e teste rese di pubblica ragione in 
un cogli atti dell’ Inchiesta industriale , emerge tale un enorme divario da 
far supporre che, dal 1862 in poi, 1’importanza delle serielle manifatture 
nostrali, meglio che cresciuta, sia scemata in grande proporzione, per modo 
da far temere un triste awenire per la tessitura della seta in Italia. — 
Buon per noi che una tale conclusione e in aperta contraddizione col 
fatto; e d’altra parte non potendosi mettere in dubbio le deposizioni concordi 
fatte da molti industriali italiani alla Commissione d’inchiesta industriale, e 
forza ritenere che il numero di 20,000 telaj stimati in attivitä in Italia nel 
1862 era veramente superiore d’assai all’effettivo. 
Noi crediamo di essere assai vicini al vero assegnando in complesso al- 
1’Italia 12,000 telaj applicati alla fabbricazione delle Stoffe di seta nel 1872. 
— Di essi circa 7,000 si troverebbero nelle provincie Lombarde , 2,500 in 
(1) Secondo una statistica unita alla relazione dei Giurati deli’Esposizione Nazionale del 1861, 
in quell’epoca hattevano in Italia 30,756 telaj; il quäl numero, evidentemente esagerato, fu dal 
cornpianto P. Maestri, sulla fede di documenti posteriori da lui raccolti, ridotto a 20,000. — Se 
condo l’avviso di molti industriali addetli all’arte serica, anche quest’ ultima cifra fu ritenuta 
d’assai superiore alla estensione elTeltiva della tessitura italiana.
	        
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