SJCTA E TESSUTI Dl SETA. 17
Solo allorquando quasta industria manifatturiern sali a tale prosperitü da
poter con sicurezza vittoriosamente sostenere la concorrenza dei manufatti
fraucesi, solamente allora la riforma dei sistema proibitivo, iniziato da IIu-
skisson nel 1824, ottenne la sanzione dei parlamento inglese. — Da quell’anno
i dazi furono progressivamente ribassati dal 25 al -15, poi al -1U per cento; e
neir atto in cui venivano aboliti interamente, mentre 1’Inghilterra apriva i
suoi porti alle seterie straniere, essa aveva in attivitü 100,000 telai, eoi quali
converliva in tessuti piü di due milioni di chilogrammi di seta.
IXella Gran Brettagna sono eambiati i metodi e giganteggiano le propor-
zioni. — Ivi ai telai domestici della fabbricazione isolata, casalinga, sparpa-
gliata, succedettero le fabbriche meccaniche ed i grandi stabilimenti indu-
striali. — Ne perciö eredasi il setificio inglese essersi d’ un tratto riorganiz-
zato sul piede delle grandi manifatture dei eotone, dei lino e della lana. —
Pereiocche, nonostante lo spirito eminentemente progressive e ardimentoso ehe
caratterizza la popolazione inglese, per nioltissimi anni l’organizzazione indu-
striale della serica industria in quel paese fu condotto, eome attualmente in
ltalia, eioe con telai a mano, dispersi o raceolti in piceoli gruppi casalinghi.
Attualmente il setificio inglese per il buon mercato de’ suoi prodotti pri
meggia in America, laddove la stessa Francia puö difiicilmente oppugnarne
la concorrenza. — Recentemente 1’Inghilterra faceva battere 120,000 telai e
contava distinte manifatture serielle non soltanto a Manchester, a Spitalfield,
a Covrentry e a Macclesfield, ma ben anche nei contorni di Londra, nel
Lancashire, a Congleton, Leck, Derby, Norwich, Yarmouth, ecc.
Ouesta nazione seppe incutere timori a Lione stessa; il genio degli Inglesi
negli affari essendo grande e il loro spirito d’iniziativa proverbiale. — Essi a
tale scopo si adoperano con tanta perseveranza, con taute e tali risorse, con
uno spirito cosi attivo e intraprendente e con un insieme cosi ammirabile di
relazioni commerciali, che una nazione in lotta coli’ Inghilterra deve stare
attentamente in guardia, se vuole conservare la propria posizione. — L’In
ghilterra, ripetiamolo, e uno strenuo lottatore, e rado e che ceda il terreno,
sul quäle ha posto il piede.
E generalmente noto, che il clima inglese avversa l’allevamento dei filu-
gello, per cui a quegli industriali, per provvedere agli ingenti loro bisogni,
fu forza sempre dipendere dalle altre nazioni. — Un tempo la maggior parte
delle sete che adoperavansi nelle manifatture inglesi venivano comperate in
ltalia. — Ma doppoiche la comparsa della terribile epizoozia dei baco, so-
pravvenuta a disertare le bigattiere, tolse agli Inglesi di ottenere a prezzo
moderato una me ree che 1’ltalia non poteva piü dare che a peso d’oro,
ricorsero all’Asia e in breve tempo si procacciarono direttamente le sete, di
cui abbisognavano, dalla China, dal Bengala e dal Giappone, poi dal Levante,
dalla Siria e dalla Persia.
Quelle sete, lultoche fossero presentate in commercio alquanto irregolari,
aprirono tale una concorrenza alle sete italiane che queste ora piü non
si adoperano in Inghilterra, se non pei tessuti primarj, o per formare 1 ’ordito
delle stoffe, mentre le sete asiatiche si adoperano preferibilmente per trama.
Con quelle sete di prezzo tenue, giudiziosamente applicate nella fab-
Esposizione Univcrs. 1873. — Gruppo V.
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