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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 3, Gruppo V. Sez. D - Seta e tessuti di seta

44 GRUPPO V - SEZIOSE d. 
prendere in questo ramo d’industria una posizione invidiabile a fianco delle 
nazioni che 1’ hanno preceduta. — Di tutte le Industrie di primo ordine che, 
stante la loro forza virtuale, noi italiani possiamo vantare capaci di aspirare 
ad un completo risorgimento, nessuna, per ampiezza di lucri e per impor- 
tanza eeonomica, raccoglie tanta evidenza di successo quanto quella del Se- 
tificio. 
Ponendo mente alla primitiva coltura del gelso, all’importazione del filu- 
gello, al clima nostro piü adatto, tanto alla coltivazione di quello, quanto all’e- 
ducazione di questo, alla maggiore importanza nella produzione dei hozzoli 
nonche alla prioritä e della tessitura e del commercio delle Stoffe di seta, a 
chiunque torna facile immaginare in quäl grado anehe l’industria serica ma- 
nifatturiera sia connaturale alle nostre contrade. Le stesse qualitä delle no- 
stre sete, lucide, eguali, fine e ben purgate, pregi non concessi a tutti i climi, 
potrebbero costituire da soli un monopolio naturale all’ Italia: sarebbe per- 
ciö fuor di dubbio che, se noi, che teniamo il primato attualmente inconte- 
stabile nella produzione della seta greggia, all’ottimo indirizzo giä dato alla 
lavorazione di essa, aggiungessimo la maestria del tessere, la patria nostra 
riacquisterebbe in ogni ramo di quest’arte l’antica supremazia. 
L’enorme quantitä di seta attualmente prodotta in Italia, all’infuori della 
ventesima parte, che viene manufatta in paese, si vende all’estero, ove tra- 
dotta in manifatture assume un valore quasi doppio. Sconfortante veritä, 'per- 
ciocche in tal modo noi con simile vendita cediamo all’estero il mezzo di rad- 
doppiare i capitali che vi impiega; mezzo di cui in grau parte potremmo^noi 
stessi prevalerci a farci ricchi, ove ei applicassimo ad estendere a maggiori 
proporzioni l’industria tessile, ove lavorassimo colle manifatture questa pre- 
ziosa materia in modo da emulare gli esteri prodotti rispetto alla bontä del- 
l’esecuzione ed all’economia di fabbrica. In simil caso, oltre ad assicurare il 
lavoro e con esso il mantenimento ai nostri operaj, noi potremmo vendere 
i nostri tessuti serici a miglior mercato degli industriali esteri, che ora qui 
vengono a provvcdere le sete greggie e lavorate; ed i consumatori sarebbero 
indotti dal buon mercato relativo a preferire i tessuti serici italiani a quelli 
di Lione, di Crefeld, di Manchester e di Zurigo. 
L’attuale prevalenza della Germania, dell’Inghilterra e della Svizzera in 
questa industria manifatturiera non vale a scusare la incrzia in cui essa giace 
fra noi, ne a mettere in dubbio la possibilitä di un risorgimento. — Si esa- 
mini piuttosto quali cause concorsero a procurare a quelle nazioni una specie 
di appannaggio a detrimento del nostro paese e si toccherä con mano che se 
la Svizzera, la Germania e 1’Inghilterra hanno potuto raggiungere nella mani- 
fattura serica un’altezza generalmente riconosciuta, ciö avvenne, non la merce 
di condizioni locali e naturali piü fortunate di quelle della nostra penisola, 
bensi per la cessata concorrenza delle antiche fabbriche d’Italia, allorche, tra- 
volta in guerre non sue, bistrattata dalla mala signoria che ne fecero Spagna, 
Fraucia ed Austria, fu costretta a raccogliersi nel proprio avvilimento e con- 
sentire fremendo che ne’ suoi operaj si allentasse e Ianguisse qualunque in- 
dustriale attitudine.
	        
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