SETA B TESStITI DI SETA. 43
All’infuori di queste, quali altre cause potrebbero mai giustificare 1’at-
tuale prevalenza di quelle nazioni ncl Setificio? — Chiunque agevol mente
comprende la superioritä inglese nei Iavori metallurgici, e la superioritä alo-
manna nei lanificj, ove tolga a studiare le cause puramente locali dalle quali
l’industre operositä dei loro nazionali seppe trarre utilissimo partito. — Ma
riguardo all’ industria serica nessuno potrebbe formare la stessa illazionc a
favore della Germania, deH’Inghilterra e della Svizzera; che in ragione del
loro clima or potrebbe quasi dirsi non conoscano il fiiugello; e similmente
della Francia che produce solo il 30 per ccnto della quantitä di seta che
consumano le sue manifatture.
Per approdare a quella grande prosperitä, a cui sembra chiamata la no-
stra patria da un concorso di favorevoli circostanze, noi siamo in dovere di
perfezionarci in quelle industrie che, come la serica, sono connaturali a noi,
mentre non lo sono alle nazioni che per circostanze puramente fortuitc tut-
tavia ci precedono nei commercio mondiale. — E per convincersi che il no-
stro paese possiede tutte le condizioni necessarie per assicurare un prospero
incremento all’industria serica tessile, basti l’accennare che, oltre la materia
prima soprabbondevole, anche il basso prezzo della mano d’opera gli e as-
sicurato da una quantitä di forze motrici idrauliche in localitä popolose e
da operaj in due terzi d’Italia assai laboriosi.
Facilissimo tornerebbe altresi il diflbndere la tessitura serica valendosi,
come di agenti propagatori, di alcuni fra i numerosi ed abilissimi capifab-
brica che si contano nelle maestranze di Como, di Genova e di Milano, e per
essi sarebbe piü che probabile il conseguire in minor tempo migliori pro
dotti, ove i fabbricanti ricorressero anche all’applicazione di quei metodi di
fabbricazione che il progresso industriale moderno consiglia e raccomanda.
Ma per raggiungere il nobile scopo di accrescere, sviluppare e perfezionare
il setificio in Italia, per modo che i prodotti nazionali possano gareggiare
cogli esteri per abbondanza, varietä, bontä e mitezza di prezzo, fa d’ uopo an-
zitutto che i sopramentovati centri manufatturieri, focolari del setificio in
Italia, cui potrebbero in avvenire preferibilmenle rivolgersi le domande del
commercio interno ed estero, riformino la propria organizzazione industriale,
eliminando tutto che vi ha di contrario ai sani principj di economia; intro-
ducendo nelle proprie fabbriche i telaj meccanici e promovendo forti associa-
zioni a fine di sostituire le piccole alle grandi fabbriche, e all’industria do-
mestica sminuzzata, l’industria manufatturiera coi suoi stabilimenti vasti, ove
le spese vengono, per cosi dire, assorbite dalla quantitä della produzione e
per le quali il prodotto riesce migliore, maggiore, e meno costoso.
Chiunque si faccia ad esaminare l’ordinamento dell’ industria serica tes
sile nella cittä di Como, che per moltissimi rapporti si assomiglia all’orga
nizzazione delle altre fabbriche d’Italia nell’istesso ramo industriale, puö
con facilitä acquistare la convinzione, che, nonostante gl’indisputati meriti
della maggior parte de’ suoi prodotti, essa e in molte parti rudimentale. —
Ncgli Ultimi anni il numero degli operai addetti alle maestranze comasche
si e piü che raddoppiato, e nuovi fabbricanti j»iü giovani, piü capaci c piü
ardimentosi tolscro ad applicarsi all’ industria serica; non crediamo poco