SETA K T ESSE TI DI SETA. 49
Fra operaj e fabbricanti or non esistono altri legami, fuorche quelli
imposti dalla necessitü. — Dagli uni si pigliano gl’ interessi per misura dei
propri diritti, dagli altri gli interessi per norma dei propri doveri. — Di qui
nessuno spirito di disciplina, malafede nei contratti, inesecuzione degli im-
pegni assunti e inesattezza nel lavoro; di qui continui litigi e recriminazioni
non solo fra operai e fabbricanti ma fra i fabbricanti stessi; di qui infine
un incalcolabile scapito al progresso industriale.
Le contestazioni che principalmente sogliono suscitarsi fra operai e fab
bricanti riposano e nei cali eccessivi delle sete oltre l’abbuono regolamen-
tare e nella non elfcttuata restituzione dei denaro che suole il fabbricante
anticipare all’operajo sul lavoro, che questi sarebbe tenuto ad eseguire. —
La quäle ultima causa di litigio potrebbe facilmente essere eliminata dagli
stessi fabbricanti, se, ogniqualvolta assumono nuovi operai, riconoscessero, anzi
facessero proprj i debiti, dei quali li verificassero aggravati verso quei fab
bricanti che avessero loro precedentemente atfidato un lavoro. — Ma e pur
forza riconoscere che alcuni fra questi, operando contrariamente o con aperto
disprezzo d’ogni principio di solidarietä, fomentano negli operaj la slealtä
e la mala fede, e cosi, per una reazione non diflicile a spiegarsi, giornal-
mente ajutano il propagarsi di cosi fatale disordine per modo, che ciö, che un
tempo potevasi ritenere una eccezione, oggi incominci a diventare una regola.
Ne minori sono le contestazioni intorno ai cali eccessivi della seta, quasi
sempre provenienti dalla sottrazione di essa: frode inveterata, contro la quäle il
fabbricante non ha altra difesa, fuorche l’onestä dell’operajo.— Qualunque
sia la sorveglianza per lui esercitata, un fabbricante non e mai sicuro di tro-
vare nelle Stoffe, che riceve dal telajo, la totalitä della seta confidata ad un
tessitore non onesto; perciocche questi per prelevare un tributo illegittimo
sulle sete senza compromettersi, suole usare diverse astuzie, tutte sopramisura
dillicili a constatarsi. — E qui si noti, che la seta rubata non costituisce la
sola perdita che i fabbricanti hanno a subire. — Oltre il danno loro deri-
vante dalle sete inumidite. unte, o sopracaricate di altre sostanze, la vendita
jllccita delle sete frodate da poi luogo ad uno spaccio sommamente dannoso
ad essi, inquantoche essa e di solito venduta a prezzi tali, contro cui il pro-
duttore onesto non puö competere.
Bisognerebbe assistere ai conflitti che insorgono, quando il fabbricante, per
esimersi dalla perdita che a lui deriva da un calo eccessivo di seta, pone il
valore di essa a carico dell’operajo, detraendogli l’importo dei calo nel pa-
gamento della fattura allo stesso dovuta; allora si toccherebbe con mono,
quanta fertilitä di espedienti abbia l’operajo per difendere il proprio inte-
resse, e, anche quando e provato colpevole, con quant’arte sappia far valere
le circostanze attenuanti, accagionandone e i flli spezzati, e la cattiva qualitä
della seta, e la tintura, e il tempo asciutto; e ciö dopo avere in precedenza
inumidita o unta la seta che oguuno sa essere una sostanza eminentemente
igrometrica.
Per le sopramentovate osservazioni comprovate dai fatti noi non intendiamo
roppresentare l’operajo di Como peggiore che non sia. — Sappiamo c pro-
vatamentc, che se ve ne hanno di tali, il cui cuore e chiuso al sentimento