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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 3, Gruppo V. Sez. D - Seta e tessuti di seta

SCULTURA. 7 
dello spirito; che si accontenta di proporzioni piccole come la idea che la 
inspira, che svia quindi e snatura il grande concetto, a cui deye per propria 
indole inspirarsi la statuaria. Per dirla in altre e piü poche parole, alla 
scoltura monumentale si sostituisce la scoltura di genere. E il pericolo di 
cotesta lenta, ma continua trasformazionc sta in ciü, che siccome le produ- 
zioni di cotesta scoltura di genere non possono trovar vita nel concetto che 
le anima, il quäle bene spesso e per necessitä e piccino e senza Interesse per 
chi riguarda, cosi essa deve mettere tutto il suo Studio nel perfezionare la 
espressione materiale del soggetto, nella imitazione materiale e minuta del 
yero, quäle appare alla vista di tutti, a risico di riuscire in fondo alla Ic- 
ziosaggine e all’esagerazione. 
Alla Esposizione di Yienna non mancarono esemplari d’opere inspirate 
a piü nobili intendimenti, ma la maggior parte dei molti capi d’ arte (215) 
dovuti allo scalpello italiano non si sarebbero potuti classificare che sotto 
cotesta categoria di scoltura di genere. E in ciö sta forse appunto il segreto 
del successo, che la scoltura italiana ottenne anche in quella cittä. Impe- 
rocche il hello nella sua purezza e certamente accessibile a ogni mente umana, 
perche ogni uomo ne ha il sentimento; ma come sono varie le indoli e le 
attitudini dei singoli individui, cosi in essi e in diversa misura sviluppato 
cotesto sentimento; e ad ogni modo anch’esso, come ogni altra facoltä dello 
spirito, ha bisogno di una speciale edueazione che non tutti posseggono. La 
folla quindi, nella quäle il sentimento del bello langue o non e sufficiente- 
mentc affinato dalla edueazione, si appiglia piü facilmente e piü volontieri a 
quelle manifestazioni di esso, che sono piü pronte a entrare per la via degli 
occhi nella mente, che non richiedono uno studio speciale di analisi e di sin- 
tesi, che colpiscono per la loro stessa semplicitä. La folla si ferma sorridente 
e compiacente davanti al putto cosi elegantemente composto al pianto, perche 
ha rotto una chicchera, o perche lo si vuol costringere a pregare, per la 
ragione che questo e un concetto chiaro, evidente, e che essa Io vede tradotto 
con mirabile veritü in marmo, in quel marmo, che si crede cosi diflicile a 
trattare. E la medesima folla getta appena un’ occhiata curiosa e interroga- 
tiya alla grande statua del Socrate, che nella sua serena immobilitä non le 
dice nulla, o alla Fabiola classicamente drappeggiata, che infine le pare una 
donna, come tante altre. 
Di qui un’altra conseguenza; poiche tra 1’artista e il pubblico v’ha un 
legame arcano, invisibile, ma tenacissimo, il quäle fa che l’uno cerchi d’ e- 
quilibrarsi con l’altro, sia per la ragione del gusto, che nel pubblico si va 
formando coH’esame delle produzioni che gli offre 1’artista, e che 1’artista 
alla sua volta cerca di assecondare, a misura che si manifesta, sia per il piü 
volgare, ma forse anche piü efficace motivo che 1’ artista ha bisogno di ven- 
dere, e non vendc che quello, che piace al pubblico. Questo depravumento, o, 
se vuolsi meglio, questo rimpicciolimento del sentimento artistico del pub 
blico, questa preferenza data ai soggetlini minuti elegantemente trattati, con- 
duce necessariamente 1’artista a preferirli a ogni nitro. E sarebbe assurdo che 
avvenisse il contrario, poiche anche 1 artista, esso forse piü di molti altri, e 
stretto dalle necessitä della vita e deve con l’arte provvedervi. Di qui qnel
	        
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