HTTUBA. 13
pei* una Esposizione meramente Nazionale e, per eolpevole indulgenza o per
male intesi riguardi, si ammisero opere che le Commissioni locali avreb-
bero dovuto recisamente escludere. Infine, e forza confessarlo, Ia nostra espo -
sizione riusci meschina sotto ogni aspetto; c noi siamo costretti a ripetere
il gindizio gib datone dal 1’ universale e lo facciamo con convinzione e con
sommo nostro rammarico.
Da lungo tempo, in varie cittä d’Italia, l’istintivo bisogno di progredire
fu sentito da eletti ingegni, i quali, isolatamente e separatamente, mandavano
ad effetto quel progresso che, per le condizioni dell’ Italia divisa in tanti
regni, non si poteva propagare, e, per la stessa ragionc, le istituzioni ac-
cademicbe non potettero coglierne i benefici frutti, comunicandosi quelle ri
forme fin d’ allora invocate. Peru, nella trasformazione della nostra Italia a
Nazione, buon numero di artisti, convinti de’nuovi principi, ebbero lo im-
pulso di metterli in atto e, eon vigoroso slancio, si posero risolutamente nella
via della pittura moderna. — Fu una rivoluzione viva e combattuta con an-
negazione 1 — I primi tentativi apparvero evidenti, come cbiaramente si vide
nella Esposizione Nazionale del -1801 a Firenze e poscia nel 1807 in quella
Internazionale di Parigi. — Tali tentativi scossero i sistenii Accademici e il
giudizio del pubblico ne risenti anch’ esso gli effetti.
Il Governo in quei teinpi non trovö conveniente lo immischiarsi in una
questione artistica, ne se ne commosse: solo crede provvedere per via di Com-
missioni a talune riforme delle Accademie; e cosi non fece che rafibrzare al-
cuni principi che informavano questi Istituti, contro i quali i tentativi del-
1 arte moderna erano diretti. Tali inopportuni provvedimenti impedirono
quei generosi sforzi di trasformazione che, non avendo avuto il tempo di
compiersi, produssero quella incertezza che chiara apparisce nelle opere di
arte: le viete forme e le vuote tradizioni accademiche perdettero le loro forze,
ma il nuovo indirizzo delle arti informate allo spirito di oggi giorno, ces-
sando la emulazione, non pote sostituire finora nulla di concreto.
Questi fatti furono le cause prime dcllo stato in cui e di presente in
Italia la pittura, la quäle vaga in una incertezza fatale, e quelle qualitä in
arte, che costituiscono l’essenziale di una vera opera di pittura, non formano
l’oggetto indispensabile di uno studio severo.
Gli artisti non banno alcuna colpa di questa equivoca situazione, cui vanno
gradatamente abituandosi, c, loro malgrado, attraversano un tale periodo fra
le angustie e la rassegnazione.
Cagiona perciö qualche meraviglia lo scorgere come ogni anno, in varie
citta della penisola, si aprano tuttavia Esposizioni di quadril —Poco monta
il risullato: la pittura e in un continuo lavoro di produzione. — Ciö attesta
che in Italia il sentimento delle Arti e innato e il bisogno di occuparsene e
irresistibilej sieche coloro che vi si dedicano vi si abbandonano con spen-
sierata passione. — La maggior parte di costoro esce dalle cento Accademie
delle cento cittä, che, in virtii delle accennate riforme, banno il privilegio
di aumentare il numero degli artisti. — Queste Accademie, per esserc di-
venute istituzioni non piü adatte ai nostri teinpi, altro non sono che vivai
di pittori mcdiocri.