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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 3, Gruppo V. Sez. D - Seta e tessuti di seta

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pei* una Esposizione meramente Nazionale e, per eolpevole indulgenza o per 
male intesi riguardi, si ammisero opere che le Commissioni locali avreb- 
bero dovuto recisamente escludere. Infine, e forza confessarlo, Ia nostra espo - 
sizione riusci meschina sotto ogni aspetto; c noi siamo costretti a ripetere 
il gindizio gib datone dal 1’ universale e lo facciamo con convinzione e con 
sommo nostro rammarico. 
Da lungo tempo, in varie cittä d’Italia, l’istintivo bisogno di progredire 
fu sentito da eletti ingegni, i quali, isolatamente e separatamente, mandavano 
ad effetto quel progresso che, per le condizioni dell’ Italia divisa in tanti 
regni, non si poteva propagare, e, per la stessa ragionc, le istituzioni ac- 
cademicbe non potettero coglierne i benefici frutti, comunicandosi quelle ri 
forme fin d’ allora invocate. Peru, nella trasformazione della nostra Italia a 
Nazione, buon numero di artisti, convinti de’nuovi principi, ebbero lo im- 
pulso di metterli in atto e, eon vigoroso slancio, si posero risolutamente nella 
via della pittura moderna. — Fu una rivoluzione viva e combattuta con an- 
negazione 1 — I primi tentativi apparvero evidenti, come cbiaramente si vide 
nella Esposizione Nazionale del -1801 a Firenze e poscia nel 1807 in quella 
Internazionale di Parigi. — Tali tentativi scossero i sistenii Accademici e il 
giudizio del pubblico ne risenti anch’ esso gli effetti. 
Il Governo in quei teinpi non trovö conveniente lo immischiarsi in una 
questione artistica, ne se ne commosse: solo crede provvedere per via di Com- 
missioni a talune riforme delle Accademie; e cosi non fece che rafibrzare al- 
cuni principi che informavano questi Istituti, contro i quali i tentativi del- 
1 arte moderna erano diretti. Tali inopportuni provvedimenti impedirono 
quei generosi sforzi di trasformazione che, non avendo avuto il tempo di 
compiersi, produssero quella incertezza che chiara apparisce nelle opere di 
arte: le viete forme e le vuote tradizioni accademiche perdettero le loro forze, 
ma il nuovo indirizzo delle arti informate allo spirito di oggi giorno, ces- 
sando la emulazione, non pote sostituire finora nulla di concreto. 
Questi fatti furono le cause prime dcllo stato in cui e di presente in 
Italia la pittura, la quäle vaga in una incertezza fatale, e quelle qualitä in 
arte, che costituiscono l’essenziale di una vera opera di pittura, non formano 
l’oggetto indispensabile di uno studio severo. 
Gli artisti non banno alcuna colpa di questa equivoca situazione, cui vanno 
gradatamente abituandosi, c, loro malgrado, attraversano un tale periodo fra 
le angustie e la rassegnazione. 
Cagiona perciö qualche meraviglia lo scorgere come ogni anno, in varie 
citta della penisola, si aprano tuttavia Esposizioni di quadril —Poco monta 
il risullato: la pittura e in un continuo lavoro di produzione. — Ciö attesta 
che in Italia il sentimento delle Arti e innato e il bisogno di occuparsene e 
irresistibilej sieche coloro che vi si dedicano vi si abbandonano con spen- 
sierata passione. — La maggior parte di costoro esce dalle cento Accademie 
delle cento cittä, che, in virtii delle accennate riforme, banno il privilegio 
di aumentare il numero degli artisti. — Queste Accademie, per esserc di- 
venute istituzioni non piü adatte ai nostri teinpi, altro non sono che vivai 
di pittori mcdiocri.
	        
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