ARCIITETTURA. 10
glese, s’accordano ancora nialissimo; secouda, che le discordie francesi hanno
efficacemente giovato nell’architettura, come in tante altre cose, al progresso
di tutti. Codesti nostri vicini sanno studiare l’arte della sesta tanto bene quanto
l’arte dello scarpello, e se dalla prima cavano frutti men buoni che dalla se
conda, la colpa e piutloslo dell’arte che di essi.
Una esposizione ammirabile e quella fatta per opera della Commissione dei
monumenli storici, la quäle, avendo un grosso fondo animale dallo Stato,
provvede a conservare cd a restaurare i vecclii edilicii di Francia. La Com-
missione centrale si suddivide in Commissioni dipartimentali e diocesune; si
giova dei migliori architetti; mette ordine e modo all’insieme dei lavori) rac-
eoglie e serba i disegni de’monumenti, eom’erano prima dei restauro e come
diveniano dopo restaurati; rende a questo modo possibili le copiose opere sto-
riche sull’architettura, quali i! celebre dir.ionario dei Viollet-Le-Duc sull’ar-
chitettura gotica francese, i tre grossi volumi dei Revoil suU’architettura ro-
rnanza dei mezzodi della Francia, e tanti altri libri, che insegnano l’arte anche
agli architetti italiani. La Commissione ha avuto dunque l’ottima idea di man-
dare a Vienna i migliori progetti di restauro ed i migliori rilievi che ella
avesse ne’suoi ricchissimi archivii. Troviamo dei Viollet-Le-Due, tracciati in
piccola scala con rara linezza di segno, le mura antiche di Carcassone, de’ vec-
chi chiostri, delle vecchie chiese, il castello di Pierrefonds, il palazzo dei Papi
in Ävignone; dei Verdien, il quäle sta preparando adesso un’ opera sull’archi
tettura italiana dei Rinascimento, la chiesa di Semur; dei Revoil, l’abbazia di
Montmajourj dei Ruprich-Robert, il castello di Oudoii) dei Boeswillwald tre
chiese, oitre ia santa Cappella di Parigi: tutti modelli di perfette misurazioni
e di ingegnosi restauri; tutti bei nomi, noti agli artisti d’Italia. E troviamo
degli studii sulle cose nostre, piü serii di quelli che s’usa fare noi altri, come
uno sulla chiesa veneziana della Madonna dei Miracoli, ed nno de! Baudry snl
Foro rornano quäle doveva essere ai tempi di Augusto. Ne mancano le ricer-
che sulle opere romane in Gallia, ne quelle pazientissime sui ruderi dell’antica
Crecia; e in tuüo ciö i Francesi mettono una ahilitä di esecuzione materiale,
ehe non e uguagliata da nessun altro popolo. Trattano l’acquerello e ii tral-
teggio a matita con tanto garho, che spesso fanno parere belle anche le cose
di nessun valore in se stesse; per modo ehe codesta valentia, impiegata in
un’arte, Ia quäle si serve di ruezzi geometrici, torna sovente piü dannosa che
utile all’artista che vi si compiace, ed allo studente che se ne innamoru. Nei
decoratori, quali il Lameire, ligurista ed ornatista di valore singolarissimo, che
ha dato i disegni per ia decorazione bisantina delle volle nella cattedrale di
Perigueux, il Chauvin, ehe segue volontieri il modo pompeiano, il Denuelle ed
altri, sta bene) ma nell’arehitetto lasciarsi andare alle lussurie dei colore ed
alle seduzioni dei segno troppo pittoreseo e un pericolo, che gl’ Inglesi sanno
scansare, e pift ancora i Tedeschi, e troppo poi gl’Italiani, i quali ignorano
spesso i principii dell’ornato e della flgura e tracciano le stesse linee geometri-
ehe con fastidiosa imperizia. In Italia soltanto avviene non di rado che l’archi-
telto debba farsi intendere, anzi indovinafe dal suoi disegnatori con qualche
scarabocchio rozzo e stentalo. Dall’eseguire tanto bene, che il disegno diventi
1’opera d’ arte a danno della fabbrica per cui e fatto, all’eseguire tanto male,