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Still’organismo dei travi verticali ed orizzontali, dei puntoni, delle celiliiie e
de’ piuoli. INella casa russa all’incontro l’ornato ha un’indole cosi profonda»
mente russa, serba tanto i caratteri della sua origine bizantina, ehe pare una
inevilabile necessitä della fabbrica. Provatevi a toglierlo via con la immagina-
zione: non vi resta piü neanche la capanna od il casolare. L’unitä apparente
della costruzione ,cön la örnamentazione e perfetta; e nella presente difficoltä
di trovare la virlü dello Stile, sia pure nelle cose bellissime, codesta easetta
sernbra gioiello raro. C’ e in essa qualche curioso tocco di colore. Nel tnezzo
qI campo bruno dei legno brillano il candore delle iniposte, ehe nelle finestre
dei primo piano s’aprono al di fuori, ed i fiori, che vi stanno dipinti nelle ri-
quadrature; e dal davanzale delle stesse finestre peudono giii dritti dei tappeli
ricamati sul bianco a belle tinte vivaci senza sfumature, come usano le donne
con le varie lane facendo il punto a croce sulla grossa trama, e al basso ter-
minanti in una bella trina largai Tali tappeti, che danno un certo brio alla
rasa, sono pure di legnö ben colorito; e, poiche si capisce al primo sguardo
Che sono di legno, parrebbero cose da bimbi, se non avessero anch’essi quel
loro carattere bizantino, e se lo stesso concetto dei metterli lä stabilmente a
dare immagine di una slofia non fosse pur bizantino. E strano a pensare come
nell’arte architettonica, e in altre cose ancora, la tradizione metta serietä e
quasi diremmo bellezza; e come la bellezza, che non si leghi a nulla, paia a
primo tralto un gingillo. Questo si notava a ogni passo nella Esposizione di
Vienna, dove i prodolti degli sforzi piü audaci della fantasia innovatrice sta-
vuno accanto a quelli che vengono dal rispetto piü scrupoloso delle cose anti-
che. Il quäle rispetto, anche nei popoli ehe non hanno mai avuto un’arte molto
avanzata, serve a serbare e a troiare dei concetti grandiosi o, nella stessa ru
slicitä, elegant!; dei che, per non uscire dal legno, si poteva trovare l’esempio
nella chiesa nngherese, che ha due piani di gallerie esterne tutt in giro, la
torre nel mezzo e i letti acuminati; nella casa dei pescatori svedesi, tulta im-
piallacciata al di fuori, nelle pareli e nel coperto di tnvolette in forma di squama,
con due loggie sui fianehi e davanti alla porta un portichetto; nel padiglione
della Norvegia, che e un modello di case che si disfanno, che si spediscono e
che si ricompongono, e via discorrendo.
Chi potesse uscire dai limiti delle arti belle per entrare nel campo dell’in-
gegnere, saprebbe lodare molte cose dei ricinto della Esposizione come assai
utili nella pratica dei costruire; ma noi, che non avevamo in un niese il tempo
di badare ad altro che alla bellezza, non possiamo considerare le malerie da
costruzione se non in corrispondenza alle forme estetiche. Il ferro, pieghevole
ad ogni grazia di cancellate, di ferrate e di altri simili oggetti, allorche com-
pone l’ossatura di una fabbrica perde quasi sempre, rispetto all’arte, ogni
qualitä ornamentale. La rigidezza delle linee non puö facilmente venire ram-
morbidita, ne la esililä dei sostegni facilmente venire rimpolpata, poiche se si
mascliera lo scheletro gli si fa bugiardamente mutare carattere, e se lo si la-
scia evidente rimangono pure evidenti que’ suoi difetti di garbo. Veramente
bodesti difetti non appariscono tali se non quarido si capisca che l’arte vuole
impacciarsi a imbellire la costruzione. Certi ponli, certe letloie, certe volle a
‘entinature, dove non v’ha ombra di ornato, sono assai belli nella sveltezza