MAK

Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 3, Gruppo V. Sez. D - Seta e tessuti di seta

6RUPP0 XXV. 
28 
Molte di queste parli, ed allre posate in terra nell’inlerno dell’arco, erano in- 
vetriate o snialtate con belle (inte, alla maniera dei Robbia; e questo e il pro 
prio modo di impiegare la terra cotta, non quello del simulare con essa la 
pietra, come si costuma quasi sempre in Italia. La coloritura, che qui le danno 
grigia o biancastra, non inganna nessuno, ed in breve scrostandosi lascia ve- 
dere delle macchie rosse schifosa; senza dire che le sagome e gli ornamenli 
con forli aggetti e con forti rientranze non sono adatti alla natura di quella 
materia. Conviene in essa contentarsi di moderate sporgenze e scansare piü 
che si possa i sottosquadra, acciocche i pezzi cuocciano nella fornace ugualmente 
in tutti i loro angoli; poi conviene fare economia di modelli, i quali sono la 
grossa spesa, e moltiplicare quindi lemodanature che si possono cavare da cia- 
scuno degli stampi, provvedendo sino dalla idea della composizione a fare che 
la varietä venga piuUosto dalla diversa distribuzione di pezzi uguali, come 
usavano in Italia nel Quattrocento, che dalla molteplicilä delle forme partico- 
lari. Ed i nostri vecchi, quando non ismaltavano la terra, la imbevevano bene 
di olio, ma non la colorivano mai e non la facevano mai parere diversa da ciö 
che essa e. Qggi si potrebbero con vantaggio sostituire all’olio i silicati di soda 
e di polassa, cosx detti vetri solubili, che, dando mediocri resultati per le pie- 
tre tenere e per allre materie, lo danno eccellente per i mattoni e le sagome 
di terra cotta. 
Erano tutti di mattoni nelj’ interno, imbellettati fuori con cemento, gl: edi- 
ficii principali della Esposizione: i! palazzo delle industrie, quello per le arti 
belle, il padiglione dell’imperatore, l’allro per i giurati. Le grosse colonne, gli 
ampi archi, i gravi limpani, tutte le membra di uno Stile classico trattato con 
molta larghezza di maniera e libertä di proporzioni, parevano di pietra, ed 
erano di malta. Ma di ciö non si possono biasimare gli architetti, che dovevano 
imprimere un carattere monumentale a edificii provvisorii, e che dall’altro 
canto adoperano tutto di con vantaggio il cemento nelle case e nei palazzi di 
Vienna. Ed e singolare come il cemento impiegato a modellare cornicioni, sti- 
piti, pilastri, capitelli e il resto delle facciate sotto quel cielo piovoso, in quel 
clima mutabilissimo, dove gela e nevica parecchi mesi dell’ anno e tirano venti 
maledelli, si conservi per molto lempo intatto, assai piü che in Italia. Ci fu- 
rono mostrati a Vienna alcuni prospetti di case tutti a ricci ed a cartocci ba- 
rocchi, opere della fine del Seicento, che, non mai restaurati, sfidano tuttavia 
le intemperie. Chi volesse dunque proscrivere l’uso del cemento nella decora- 
zione architetlonica esterna non sarebbe uomo saggio colä, e neanche in Italia; 
ma la ragione dovrebbe consigliare a lasciar da un canto la simulazione di mo- 
noliti e di ciö che le pietre e i raarmi soli possono dare, per contentarsi e, se 
si vuole, per isbizzarrirsi nelle forme, che sulla ossatura di mattoni la malta sa 
produrre con facilitä e senza menzogna. 
Se non badiamo ai materiali il padiglione dell’imperatore, con una grande 
sala nel mezzo di ordine corinzio, due loggie ai lati e due testate di ordine 
dorico, si puö dire che fosse bello davvero. Sapeva di francese. Gli atlici a ba- 
laustri, ornati di scudi, di vasi, di putti, i tetti a gran curva rialzata, bucati 
da ricchi occhi rotondi e terminanti in un ornamenlo di melallo, davano alle 
masse orizzontali un movimento pieno di grandiose eleganza. Pur troppo in
	        
Waiting...

Nutzerhinweis

Sehr geehrte Benutzerin, sehr geehrter Benutzer,

aufgrund der aktuellen Entwicklungen in der Webtechnologie, die im Goobi viewer verwendet wird, unterstützt die Software den von Ihnen verwendeten Browser nicht mehr.

Bitte benutzen Sie einen der folgenden Browser, um diese Seite korrekt darstellen zu können.

Vielen Dank für Ihr Verständnis.