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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

GRUPPO II. 
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pure per modo di figurare, alla grande importanza che assume il com- 
mercio di questo articolo ed alla ricerca che se ne fa generalmente in 
Europa. Ma, ove si considerino la distanza e le difHcoltä inerenti ai tra- 
sporti, si puö ritenere che essa bastasse a dare una sußiciente idea della 
superioritä di quella produzione, e concorresse a eonfermare il concetto, 
oggidi co.nune fra i coltivatori d’Europa, della somma confacenza di quei 
climi e di quei terreni incolti per la produzione delle lane sopraffine. Il 
modo con cui le lane erano esposte e messe all’esame dei visitatori non 
ricordava certamente neppure da lontano le esposizioni di Ungheria e di 
Germania, ma bisogna far la sua parte alle esigenze della situazione, ed 
anche non poco al genio ed all’impegno degli espositori. 
Nel riassumere ora i concetti principali che risultarono dalla mostra 
dei prodotti laniferi delle Colonie, si accennano implicitamente i motivi 
pei quali la produzione stessa suol vincere attualmente la concorrenza colle 
lane fine d’Europa, e vincerla in modo da mettere in forse i coltivatori no- 
stri se ancora convenga di attendere all’allevamento di pecore a lana fina. 
L’allevamento di questa razza di aniinali fu anzitutto un mezzo, e 
forse il migliore, con cui si pote trar partito di vastissime estensioni 
incolte tanto in America che in Australia, avuto riguardo che nessun altra 
coltivazione sarebbe forse riuscita di fronte alla qualitä dei terreni ad ai 
mezzi di usufruirli, mentre questa riusci perfettamente dal lato industriale 
stante la qualitä dei pascolo e la bontä dei clima, 
Contasi pertnnto in favore di questa coltivazione, oltre al minor costo 
di produzione, anche la qualitä piü perfetta dei prodotto, senza alcuna 
anticipazione per dissodamenti, quasi senza spesa di mano d’opera, tranne 
l’indispensabile per la custodia degli animali all’aperto. Si sa difatti che 
non solo i merini delle migliori razze d’Europa attecchirono e prospera- 
rono in quelle condizioni di allevamento, ma che migliorarono anche la 
loro complessione, il temperamento, ed oltre a ciö anche la qualitä delle 
lane. La ditta Robertson et Company espose lane finissime di greggi in 
cui da quindici anni non si era piü ritemprato il sangue originario me- 
rino con alcuna importazione di riproduttori dall’Europa; pur tuttavia 
queste lane conservano perfettamente il loro carattere originario, e miglio - 
rarono in finezza acquistando pure nella lunghezza. Tutti poi sono d’ac- 
cordo neH’ammettere il pregio accennato come il principale, che unito 
alla quantitä ed uniformitä della merce, costituisce il motivo dei favore 
di cui godono ora queste lane coloniali. 
In Europa avvenne per contro che i miglioramenti diretti ad otte- 
nere velli di maggior peso con lane piü lunghe. diedero per risultato una 
minor finezza dei filo, quand’anche, il che non avvenne sempre, se ne 
conservasse la pastositä e la forza. 
Le lane coloniali acquistarono per di piü anche nell’elasticitä e mol- 
lezza, si fecero dolci al tatto (milder) senza perdere di forza. Esse riesci-
	        
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