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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

LANE, BACHICOLTURA, APICÖLTURA. 19 
gliorati con un seguilo di eure diedero splendidi risultati, talche fra gli 
zootecnici sono celebri le razze speciali di Rambouillet a lana da pettine, 
di Maz; di Mauchamp a lana serica. I numerosi incrociamenti dei merini 
colle pecore del paese, specie nei dipartimenti del Nord e dei Nord-Ovest, 
sono un vanto ed un merito reale e non contestato dei coltivatori francesi; 
tuttavia la tendenza pronunciatissima alla produzione della carne, di cui 
la Francia fa una ragguardevole importazione ed un Iarghissimo consumo, 
distoglie il maggior numero dei coltivatori dall’attendere aIl’allevamento , 
degli animali da lana; ma d’altra parte la produzione lanifera interna 
lnsufficiente alla richiesta degli opifici del paese non offre sufiieiente mo- 
tivo ai coltivatori per essere fatta conoscere all’estero. Perö in Francia 
si sta tentando il connubio dei due scopi diversi finora creduti esclusivi, 
di ottenere lana fina e carne abbondantee saporosa da uno stesso animale: 
alcuni. merini specializzati per 1’ ingrasso furono giä annunciati e resi 
celebri, ma gli zootecnici non credono d avere abbastanza criteri per sostenere 
la riuscita completa, e ritengono ancora che un deterioramento nella qualitä 
della lana non sia scompagnabile dall’acquisita attitudine all’ingrasso. 
La colonia francese d’Algeria teneva inveee il suo posto nell’esposi- 
zione della lana. E noto che gli Arabi, naturalmente pastori in qualunque 
paese, attendono all allevamento della pecora, che insieme ai cavallo e al 
cammello e la compagna delle tribü ed uno dei principali mezzi di sus- 
sistenza. Nell’ Algeria dopo la conquista venne crescendo la produzione 
delle Jane, sia col prendere piü stabili sedi le tribü, sia coli’ estendersi 
della ricerca che il commercio e la raanifattura di Francia fecero alla lor 
volt® dejle lane conquistate. Attualmente 1’ incostanza dei climi, la incer- 
tezza dei pascoli, e la instabilitä delle condizioni politiche, per alcune tribü 
suole influire suirammontare della produzione che riesce ancora saltuaria. 
Cosi l’esportazione delle lane variö neH’uItimo decennio da due ad otto 
milioni di chilogrammi, e fu di 8,300,000 nel 4872. 
Assai variata ne riesce del pari la qualitä della produzione, stanli 
le molteplici razze e sottorazze di animali di cui pressoche ogni tribü 
vanta una propria. Le lane da cardasso corte ed unite del tipo merino 
non fanno difetto, ma vi stanno in una rilevante minoranza ; le lane da 
pettine sono inveee piü comuni; ma anche qui le buone qualitä si puö 
dire che manchino : troppo frequenti sono le colorate come da noi nel- 
1 estremo mezzodi. Questa produzione lanifera delF Algeria ebbe dodici 
espositori per la maggior parte con lane saltate delle qualitä indigene, 
del tipo barbaresco: esse non offrivano alcuna particolaritä che richiamasse 
l’attenzione del giuri, 
L Algeria figurava altresi per un’altra sua produzione piü speciale, 
vale a dire delle lane cosi dette caprine e dei peli di cammello. L’Alo'eria' 
alimenta circa 3 milioni di capre, quasi il triplo dell’Italia, ma il clima 
ed i pascoli di questa regione sono singolarmente lavorevoli all’acclima-
	        
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