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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

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LANE, BACHIOOLTURA, APICOLTURA. 
esposte anzitutto nella quantitä non minore di un intero vello, o meglio 
piü velli di animali di etä e sesso diversi , lasciati, s’intende, nella loro 
postura e nel loro stato naturale di tosatura, perche possano esser ve- 
rificate le variazioni della lana nelle singole parti del corpo , ed almeno 
vi deve essere per lo stesso motivo una lista di lana presa attraverso tutto 
il corpo dell’animale. Accanto alle lane sucide o lavate a dosso devono 
figurare altri campioni delle medesime lane lavate alla fabbrica, od anche 
solo con lavalura piü diligente; tutti questi saggi vogliono esser chiusi 
in casse di vetro per difenderli dalla polvere che toglie affatto di giu- 
dicare della mollezza e della pastositä e fino ad un certo punto anche 
della loro linezza ; e finalmente insieme ai saggi convien fornire al 
giur'i tutte le maggiori possibili indicazioni sulla razza e provenienza degli 
animali, sull’ammontare dei greggi, sull’entrata delle produzioni rap- 
presentata dal campione, sul costo ordinario della merce, sul reddito medio 
di ogni animale in relazione al peso del corpo. 
Importa ora concretare quei giudizi e quei suggerimenti che si pos- 
sono desumere dai risultati della grande mostra mondiale come applica- 
bili al miglioramento della produzione laniera in Italia. 
L’Italia possiede ancora molte contrade in cui la produzione delle 
lane puö e deve essere ancora un principale prodotto della pastorizia. Sono 
in questa condizione tutte le provineie meridionali e medie coi loro greggi 
transumanti, le insulari coi pascoli e col clima che permette la continua 
permanenza all’aperto; alcune provineie settentrionali ove per effetto della 
trasmigrazione periodica degli armenti rimane diflicile se non impossibile 
attendere esclusivamente alla produzione della carne. 
Fanno eccezione non pochi contadi del settentrione e del centro in 
ambedue i versanli adriatico e tirreno, ove predominano i piccoli greggi 
sedentari e questi addetti all’agricoltura. Cola, come avvenne altrove, non 
si tardera a riconoscere la grande convenienza dell’introdurre le razze di 
ovini da carne. Qui solo importa tener desta l’attenzione degli agricoltori 
intorno alla possibilitä di introdurre ed acclimatare queste razze, e di 
tentarne l’incrociamento colle indigene: le prove immancabili del tornaconto 
per la crescente ricerca del mercato faranno il resto. Giova perö notare che 
colla introduzione delle accennate razze da carne e col miglioramento delle 
indigene si arriverä di pari passo al miglioramento delle lane, avvegnache 
h lane delle pecore inglesi Cottesvold e Sauthdown che sono i migliori 
tipi di carne rendono anche miglior lana ed in maggior quantitä delle pecore 
nostre piemontesi e bergamasche, delle comuni dell’Appennino, dell’Emilia, 
ed anche di alcune di Toscana e di Romagna. 
Le pecore Cottesvold hanno lana lunga, nervosa e brillante, senza 
pieghe, con poca untuositä, che appunto il Senatore Rossi propone quasi a tipo 
delle lane italiane da pettine; e rendono da 3-5 chilogr. all’unica tosatura.
	        
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