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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

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GllUPPO II. 
anche si volessero comprendere quelle di provenienza franeese che figura- 
vano nel compartimento austriaco, perche fucenti giü prima parte dell’espo- 
sizione bacologica di Rovereto. 
E fors’anche qui il luogo di osservare come nei casi piü frequenti 
delle nostre provincie giovi il diretto intervento dei proprietari e anche 
dei maggiori intraprendenti in questa industria, che i contadini colliva- 
tori esercitano in societä eon esso loro. Ke la coltivazione dei bachi ri- 
mase perciö abbandonata all’inscienzu ed alla pochezza dei mezzi dei 
coltivatori e dei braceianti, e di conseguenza le buone regole non tar- 
deranno a diflbndersi, stante l’opera e l’eserapio di gente istrutta ed agiata; 
e le anticipazioni e le spese, per aver seme sano anche da lontanissime 
contrade, furono un fatto generale e rilevantissimo di cui ebbe a godere 
anche il colono socio nella coltivazione. 
Dalla Spagna si ebbero alcuni saggi di bozzoli indigeni e güpponesi, 
fra i prinii era riconoscibile alcuna delle migliori razze die giä ritenemmo 
originarie di Iä, come quella a bozzolo bianco detta fra noi di Biöne. Me- 
ritavano principale considerazione alcune bellissime varietii di bozzoli gialli 
esposti dal sig. Ramon Galvagnon di Segovia. Altre provenienti dalla Ca- 
talogna e dalle provincie meridionali parvero non meno scelte varietä di 
bozzoli; ma oltre a questo, nulla di piü che indicasse a studi ed apparecchi 
atti a combattere le dominanti malattie, ne a processi razionali di colti 
vazione. Apparve soltanto un lavoro di Don Carlos Segovia intitolato: Me 
moria sobre la criu dei gutano de seda dei roble (Yama-Mai) in cui si de- 
scrivono processi ed espedienti adoperati nel governo di questo dilficile 
inselto, e specialmente nel modo di tener la foglia della rovere ed eguale la 
temperatura. 
Dall’Algeria figuravano piü numerosi saggi di bozzoli, anche questi 
piü che altro, per provare i tentativi fatti per introdurre la coltura dei 
baco da seta. Giusta il rapporto della Commissione ordinatrice, questi 
sforzi riuscirono a ben poco tino ad ora per maneanza di un elemento 
principale d’ogni coltivazione e d’ ogni progresso agrario, quali sono le 
braccia dei lavoratori. Si piantarono eon ogni sorta di sussidi e d’inco- 
raggiamenti piü che 350 mila gelsi prima dei 1866 ed ancora oggidi la 
foglia non e che in minima parte utilizzata. Anche costi si ricorre al 
seme originario giapponese per piccole coltivazioni, ma anche le razze eu- 
ropee e le cosi dette milanesi non fanno difetto e non furono colpite cosi 
generalmente dalla moria come in Europa, il che non fa meraviglia come 
fatto comune a tutti i paesi ove se ne faccia limitatissima coltivazione e 
dove non si generano grandi fomiti di contagio. L’Algeria esporta attual- 
mente da 4 a 5 mila chilogr. tra seta e cascami, il che e ben lungi dal 
corrispondere alle speranze dei promotori di questa coltivazione; esempio 
anche questo delle dilficoltä di innovare eziandio col favore dei clima e 
non col valore dei terreni. Degni di considerazione furono alcuni saggi
	        
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