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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

lane, bachicoltura, apicoltura. 41 
per la conservazione delle cellule; inodello di stufa (sua invenzione); for- 
nello per lo sviluppo del gas cloro; ordigno per lavare il seme. 
La maggiore attivitä nell’adottare i nuovi raetodi di bachicoltura e di 
confezionamento del seme fu spiegata in questi Ultimi anni nei contadi 
del Trentino, che nessuna localitä ha superato ne eguagliato nella fiducia 
e nella generale applicazione dei medesimi, a tal segno, che il Trentino 
puö dirsi ormai emancipato dall’ importazione del seme-bachi dal Giappone. 
Principale fautore di un simile risultato fu Ia Camera di commercio 
di Rovereto che, con ogni mezzo che valesse a diffondere le buone teorie, 
istruendo cioe, ed operando, contribuiva a questo utilissimo scopo. Il giuri 
assegnava a quest’ istituto la medaglia del progresso e proponeva altresi 
la medaglia del merito alla societä agraria di Rovereto, ed al consorzio 
agrario Trentino , intendendo con ciö di rieonoscere negli stabilimenti 
rappresentanti, l’abilitä distinta ed il merito dei coltivatori di quella regione. 
Ma nello stesso tempo non si poleva a meno di distinguere con spe- 
ciali ricompense tutti coloro che, dall’insieme degli oggetti esposli e dalla 
notorietä, erano indicati come piii attivi promotori e collaboratori di un 
tanto progresso, e furono infatti premiati il signor Fedele Figarolli Pre- 
sidente della Camera di commercio, il signor Ruggero de Cobelli ed il 
signor Filippo conte Federigotti-Bossi quali collaboratori della societä; dopo 
questi il signor Pasqualis di Trento, il signor Azzolini Temistocle e la 
societä Azzolini-Marsilli per studi e lavori tutti meritevoli di riguardo, in- 
trapresi specialmente sulla selezione microscopica e sulle malattie dei bachi. 
In Italia dopo laLombardia e la Toscana che maggiormente si distingue 
nell’attenta applicazione dei nuovi metodi di bachicoltura. 
Il clima piii mite, la coltura piü spezzata e minuta , la non generale 
ed imponente piantagione dei gelsi hanno fors’anche eontribuito a rendere 
meno disastrose le malattie che rovinano ovunque il raccolto. La Toscana 
ed il centro d’ Italia in genere non ha difatti per anco abbandonate , e 
coltiva anzi piü comunemente, le antiche razze, per la conservazione delle 
quali le fu conveniente introdurre piü generalmente i nuovi metodi di 
selezione microscopica , mentre altrove non si e badato a dispendio per 
Pacquisto di seme estero, e su quello e ancora basata la quasi totale pro- 
duzione del Piemonte, della Lombardia e del Veneto. 
La societä bacologica del conte Polidori di Anghiari e lodevole in par- 
ticolar modo per avere intrapreso sopra larga scala questo confeziona 
mento di seme-bachi a sistema cellulare, che cede a prezzi anche relati- 
vamente miti; il signor Onofrio Giri dell’Emilia va parimenti annoverato 
fra i piü benemeriti per lo stesso titolo; il signor Frosinini di Arezzo; il 
conte Castraeane di Rimini; il signor Girolamo Giovannelli di Monteroni 
d’Arbia; la marchesa Peverc-lli di Crespino, ed altri sono specialmente com- 
meudevoli per rara perizia in questi metodi razionali dell'allevamento del 
baeo e del confezionamento del seme.
	        
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