ed istrumenti da lavoro, non esclusi ingegnosi segnafavi, gabbiette e ricet-
tacoli per api madri; ma ciö che maggiormente colpiva il visitatore, erano
i non pochi studi di anatomia e fisiologia dell’ape, di botunica apistica e
le ricerche eseguite con un rnerito di pazienza e di diligenza unica ed am-
mirabile da scienziati, da semplici maestri e da apicoltori.
Facevano corona a tutto questo i vari prodotti dell’apicoltura, il miele
in vasi, in barattoli, la cera a vari stadi di lavorazione, l’idromele, l’alcool
del miele, le essenze e simili altri prodotti secondari.
Pressoche in tutti i compartimenti lu stessa serie d’oggetti era disposta
collo stesso ordine, con quelle sole differenze suaccennate; ma la gara, l’im-
pegno ed il rnerito non erano minori per essere cosi ristretti nel campo di
una sola industria.
Sarebbe fuori di luogo il ricordare qui partitamente 1’ esposizione di
ogni singolo paese in tanta somiglianza di intenti, di mezzi e fin nello
stadio di progresso. Quello che piü inte res.« e di vedere quanto si siano
diflusi i metodi di apicoltura razionale anche in contrade lontane dalle
fiequenti comunicazioni col resto d Iiuropa e, forse fino ad ora, non cre-
dute capaci di un cosi regolare avanzamento in una industria che richiede
tanta cura e diligenza.
D’altronde le pregevolissime pubblicazioni ministeriali di questi Ultimi
anni portano giä dei rapporti delle esposizioni apistiche tenute all’estero
ed all interno, stese da persone competentissime che ci dispensano di qui
riferirne minutamente.
Esposizione apistica dellTJnglieria e della Boemia.
Dall’Ungheria si ebbero privati espositori che mandarono arnie a favo
mobile di vari modelli generalmente con telaini minori di dimensione a
quelli adottati dalla societa d incoraggiamento di Milano ed ora comuni
in gran parte all’Alta Italia. L'esposizione piü completa per prodotti ed
attrezz: era col nome di Paulik Gabor, un pievano ungarese. Noto questo,
perche appunto si verifica oltremonti, e qualche volta anche fra noi, che
di preferenza gli ecclesiastici dei villaggi attendano a q'uesta geniale occu-
pazione ed anche si diano preraura di diflbnderne coll’esempio e coll’istru-
zione la pratica fra i eontadini: cosi il parroco Dzierzon, che fu il grande
e benemerito riformatore dell’apicoltura ebbe imitatori che giovarono in
certo quäl modo al ben essere materiale dei contadi e fors’anche con van-
taggio dell’autorita e del ben essere morale.
Nel compartimento Austriaco fu trovata principalmente degna di osser-
vazione l’esposizione della societa d’apicoltura di Vienna, che consisteva di
arnie di vario modello, tutte a telai mobili, ed alcune arnie rustiche in
tre pezzi da soprapporre, tanto tessute di paglia che di cordami.