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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

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GRUPPO II. 
e relazioni iniziate in Germania divulgarono fra noi colla stampa i nuovi 
metodi di coltivazione dell’ape , e le scoperte di storia naturale che ne sono 
il fondamento. Si facevano ovunque tentativi per costituire societä a so- 
miglianza di quelle che giä operavano altrove; primo fra qnesti benemeriti 
vuole essere commendato il compianto prof. Baisamo Crivelli che a Milano 
pubblicava im importante trattato sulla storia naturale dell’ape. 
Contemporaneamente altri giä apicoltori pratici ed operatori esperti ten- 
tavano diffondere gli stessi metodi coll’esempio, con pubbliche conferenze 
e Iezioni e con ogni altro mezzo di pubblicitä. 
Fu principalmente la grande ricerca dall’estero dell’ape dorata di razza 
italiana, che promosse tra noi i primi ed i piü lucrosi stabilimenti di 
apicoltura istituiti per iniziativa di intraprendenti apicoltori. Quest’ape piü 
feconda, quasi piü domestica ed industre d’ ogni altra venne ricercata e 
spedita in Germania, in Russia e perfino in America. 
Il commercio delle api madri o regine che sicomperano in Italia diventö 
uno dei maggiori cespiti di lucro di questi primi apicoltori nostri. Sono 
celebri gli stabilimenti apistici del signor Mona nel Canton Ticino, del 
signor Sartori a Primiero, del signor Betnarowich a Padova, dellTIaruska 
e di altri. 
La Socielä d’incoraggiamento per I’ApicoItura in Milano. 
Nel 1867 si costituiva in Milano la prima societä di incoraggiamento 
delP apicoltura, e si costituiva senza uno scopo commerciale , ma essen- 
zialmente per diffondere i migliori metodi e principii dell’arte apistica- 
Facevano parte dei promotori nomi illustri nella scienza, quali il prof- 
Emilio Cornalia, il prof. Baisamo Crivelli, ed il I). r Dubini, il prof. Fla- 
minio Barbieri, ed onorevoli patrizi, quali il conte Rusca, il Yisconti Alfnnso 
di Saliceto ecc. 
La Societä contava un anno dopo giä 200 soci, per la maggior parte 
semplici amatori, che si proponevano di eoadiuvare alla diffusione dell'a- 
picoltura nazionale, e fu eretto un apiario sociale, a titolo d’esempio, e 
quasi come mezzo di dimoslrazione. 
Dopo soli sei anni la societä conta un numero piü che triplo di soci. 
La societä attese con ogni mezzo a diffondere e ad incoraggiare l’apicol- 
tura nazionale in Italia: coll’edizione di uno speciale periodico (l’Jpicoltore) 
contribuisee efficacemente ad istruire con scritti di pratica agricola ed 
anche con dotte elucubrazioni di entomologia. Il periodico ebbe, ed ha 
tuttora, collaboratori valentissimi nell’una e nell’altra partita: fra le pub- 
blicazioni tengono un luogo notevole le tavole cromolitografiche dell’ ape, 
esplicative della fisiologia e dell’anatomia. Per inizialiva della societä si 
diedero pubbliche Iezioni di apicoltura razionale pratica e teoriea, ac-
	        
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