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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

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GRUPPO II. 
II miele che si produce con un’estesa coltivazione di api in una localitä 
alpestre possiede quelle rare aromatiche qualitä, che sono 1’ effetto del- 
1’ alimentazione di fiori di conifere, ed e perciö appunto che e ricerca- 
tissimo come commestibile. 
Merito del signor Bottamini e di aver saputo estendere opportuna- 
mente la coltivazione in luoghi che offrono veramente pochissime risorse 
ai coltivatori per altri prodotti, di avere saputo apparecchiare e porre in 
commercio con soinma convenienza il principale prodotto della sua col 
tivazione. II giuri col conferirgli un premio volle principalmente distinguere 
quest’indirizzo dell’apicoltura verso un puro e deciso scopo di lucro perche 
seinbra ora il piü indicato ed anche richiesto dallo stato dell'industria. 
Non pochi altri ituliani esposero miele e cera: fra questi va notato 
il comizio agrario di Arezzo che contribuisce eflicamente alla diffusione dei 
buoni metodi di apicoltura; il signor Galloni di S. Maria di Capua giä 
premiato all’esposizione di Parigi; il signor Campanello di Foggia; il signor 
Basile di Lecce ed i due comizi agr.iri di Siracusa e di Modica che coi loro 
prodotti apistici mostrarono di mantenere in onore 1’ antica fama dei ri- 
pntati prodotti dell’ape siciliana. 
Ciö vale piü che altro a dimostrare la diffusione di questa coltivazione 
per ogni parte d’Italia, e la grande importanza che essa andrä ad acquistare 
fra non molto col diffondersi dei buoni metodi razionali di apicoltura. 
Giudizi e suggerimenti iulorno all’Apicoltura. 
L’incremento dell’apicoUura si fa strada ovunque; essa e giä comune 
nell’Alta Italia, notissima in Toscana ed altrove;ma essa e ancora in mano 
dei beuemeriti promotori che la esercitano piuttosto in via di esempi e di 
incoraggiamenti, che col proposito di trarne un vero lucro. Ora Tarte deve 
appunto superare questo stadio di preparazione per diventare decisamente 
un’industria, e per far questo, conviene che i coltivatori vi siano iniziati 
e lungamente vi si adoperino. 
Una prima illusione convien togliere dalla mente dei novizi nelTarte, 
che cioe Tapicoltura sia faccenda di poco momento da assumersi solo per 
geniale occupazione e divertimento nelle ore perdute, e che il prodotto 
sia tutto effetto del naturale istinto e dell’operositä delTinsetto. Niente di 
piü falso; dal momento che Tapieoltura c ridotta all’applicazione di alcuni 
principii razionali, cessa di essere una produzione naturale per diventare 
un’ arte, una vera coltivazione che ha bisogno ad ogni momento delT in- 
tervento e dell’operositä del coltivatore, il quäle appunto sostituisce in gran 
parte il lavoro suo a quello delTinsetto, dirigendone la riproduzione, sem- 
plificando dei lavori, difendendolo dai nemici e prodigandogli continue eure- 
E quindi fuor di luogo il credere che il prodotto dell’ape sia tutto effetto
	        
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