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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 6, Gruppo II: Lane, bachicoltura, apicoltura ; stazioni sperimentali agrarie

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GRUPPO II. 
la chimica e la meccanica. Quest’ ultima si offerse pronta a sollevare l’a- 
gricoltore dalle maggiori fatiche, e lo aiutö perche potesse fare economia 
di tempo e di denaro; e tanto in questa direzione in brev’orasi fece, che 
si dove chiamare meccanica agraria una delle parti piü importanti della 
moderna scienza agronomica. Sotto ia designazione di chimica agraria , 
invece, si raccolsero tutte le cognizioni relative alla interpretazione dei 
fenomeni fisici , chimici e fisiologici , che compariscono, si seguono o si 
accompagnano nel vasto dontinio dell’arte agraria; e portando ad effetto 
un pensiero, che risale probabilmente a quell’alta intelligenza, da cui 
venne concepita e dimostrata la grande legge della conservazione della 
materia (lo sventurato Lavoisier), s’istituirono otlicine e laboratorii, con 
speciale intento di indagare i fenomeni medesimi, cercando di illuminare 
un campo insino ad allora poco meno che oscuro. Queste novelle istitu- 
zioni nacquero nel bei mezzo del secolo nostro in Germania, precisamente 
in Sassonia, ed informate come furono (in da principio ad un doppio 
carattere, chimico ed agronomico, servirono a stabilire una diretta ed ef- 
ficace comunicazione tra la scienza e la pratica agraria. 
Le ricerche di Sennebier e di Davy, quelle di Th. De Sausseur e di 
Chaptal, le altrc piürecenti di Baussingault e di Liebig hanno dato alla 
chimica agraria i primi epiü solidi fondamenti: ma quegli illustri spe- 
rimentatori Iavorarono con ispirito filosofico per discoprire le recondite cause 
dei fenomeni naturali, ed ognuno di essi segui non altro che le proprie vedute 
personali. L’agricoltore pratico aveva bisogno che ad esso fossero presentati 
degli aforismi o delle massime formulate con semplicitä e chiarezza: aveva 
bisogno che alcuni studiosi si ponessero a sperimentare un po’anche a conto 
suo, e facessero qualche cosa per dirozzare l’industria agraria che, prima 
per origine e per importanza, e stata, cheche se ne voglia dire, una delle 
ultime a sollevarsi dalla bassa e nebulosa atmosfera dell’einpirismo. Questi 
e non altri sono appunto i bisogni cui tentano soddisfare le stazioni spe- 
rimentali agrarie, e tanto e il profitto che da esse se ne ha, che non solo 
dove son nate hanno rapidamente cresciuto di numero e di valore, ma 
ormai puö dirsi che ve ne ha in tutti i paesi d’Europa , anche in quelli, 
in cui gli studii son meno curati; e con peculiare soddisfazione deve essere 
rieonosciuto, che dopo la Germania per Ia istituzione di siffatti gabinetti 
chimico-agrarii vien subito l’Italia nostra, che ne conta molti (da alcuno 
creduti anche piü dei bisogno), i quali, sebbene da poco tempo fondati , 
non mancano di portare effetti veramente lusinghieri. 
Un punto del programma generale della grande mostra viennese ri- 
guardava i lavori delle stazioni agrarie, i quali venivano compresi nel 
gruppo 2°; in quello cioe, che si riferiva all’agricoltura ed all’arte fo- 
restale; ed era da aspettarsi che a Vienna si sarebbero presentate la maggior 
parte delle stazioni agrarie, e che lä sarebbe stato possibile istituire qualche 
raflronto, e trarne utili insegnamenti.Formato il disegno di intraprendere
	        
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