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GRUPPO II.
la chimica e la meccanica. Quest’ ultima si offerse pronta a sollevare l’a-
gricoltore dalle maggiori fatiche, e lo aiutö perche potesse fare economia
di tempo e di denaro; e tanto in questa direzione in brev’orasi fece, che
si dove chiamare meccanica agraria una delle parti piü importanti della
moderna scienza agronomica. Sotto ia designazione di chimica agraria ,
invece, si raccolsero tutte le cognizioni relative alla interpretazione dei
fenomeni fisici , chimici e fisiologici , che compariscono, si seguono o si
accompagnano nel vasto dontinio dell’arte agraria; e portando ad effetto
un pensiero, che risale probabilmente a quell’alta intelligenza, da cui
venne concepita e dimostrata la grande legge della conservazione della
materia (lo sventurato Lavoisier), s’istituirono otlicine e laboratorii, con
speciale intento di indagare i fenomeni medesimi, cercando di illuminare
un campo insino ad allora poco meno che oscuro. Queste novelle istitu-
zioni nacquero nel bei mezzo del secolo nostro in Germania, precisamente
in Sassonia, ed informate come furono (in da principio ad un doppio
carattere, chimico ed agronomico, servirono a stabilire una diretta ed ef-
ficace comunicazione tra la scienza e la pratica agraria.
Le ricerche di Sennebier e di Davy, quelle di Th. De Sausseur e di
Chaptal, le altrc piürecenti di Baussingault e di Liebig hanno dato alla
chimica agraria i primi epiü solidi fondamenti: ma quegli illustri spe-
rimentatori Iavorarono con ispirito filosofico per discoprire le recondite cause
dei fenomeni naturali, ed ognuno di essi segui non altro che le proprie vedute
personali. L’agricoltore pratico aveva bisogno che ad esso fossero presentati
degli aforismi o delle massime formulate con semplicitä e chiarezza: aveva
bisogno che alcuni studiosi si ponessero a sperimentare un po’anche a conto
suo, e facessero qualche cosa per dirozzare l’industria agraria che, prima
per origine e per importanza, e stata, cheche se ne voglia dire, una delle
ultime a sollevarsi dalla bassa e nebulosa atmosfera dell’einpirismo. Questi
e non altri sono appunto i bisogni cui tentano soddisfare le stazioni spe-
rimentali agrarie, e tanto e il profitto che da esse se ne ha, che non solo
dove son nate hanno rapidamente cresciuto di numero e di valore, ma
ormai puö dirsi che ve ne ha in tutti i paesi d’Europa , anche in quelli,
in cui gli studii son meno curati; e con peculiare soddisfazione deve essere
rieonosciuto, che dopo la Germania per Ia istituzione di siffatti gabinetti
chimico-agrarii vien subito l’Italia nostra, che ne conta molti (da alcuno
creduti anche piü dei bisogno), i quali, sebbene da poco tempo fondati ,
non mancano di portare effetti veramente lusinghieri.
Un punto del programma generale della grande mostra viennese ri-
guardava i lavori delle stazioni agrarie, i quali venivano compresi nel
gruppo 2°; in quello cioe, che si riferiva all’agricoltura ed all’arte fo-
restale; ed era da aspettarsi che a Vienna si sarebbero presentate la maggior
parte delle stazioni agrarie, e che lä sarebbe stato possibile istituire qualche
raflronto, e trarne utili insegnamenti.Formato il disegno di intraprendere