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GRUPPO II.
La R. Accademia agraria di Eldena (Pomerania) mandö disegni, fo-
tografie, e saggi di prodotti di ogni maniera pregevolissimi: e nella espo-
sizione dei R. Museo agrario di Eerlino si trovavano tavole relative alla
produzione dello zucchero e alle condizioni agrarie della Prussia , che
potrebbero servire di modello a chi volesse darsi a compilazioni dello stesso
genere. Ma dicendo di tutte queste cose sarebbe facile invadere il terreno
altriii- quindi convien meglio passare in rivista altri compartiinenti per
raggranellare quel poco che ancora resta di spettante al mio cömpito.
Stazioni agrarie del Regno d’Italia.
Delle stazioni agrarie del nostro paese ben poco comparve a Vienna
e, forse per lodevole ma in tali casi disutile modestia, per quanto rovistassi
da tutti i canti i gruppi 2° e 26« dell’esposizione italiam., non potei rin-
venire che qualche segno dell’operositä di due delle piü giovani.
La stazione bacologica di Padova diretta dal ch. prof. Verson, giä
ricordato di sopra a proposito dell istituto goriziano, figurava con una
bella ed interessante mostra di'modelli rappresentanti in grande l’anatoinia
del baco da seta, con saggi di bozzoli, e con il primo volume dei propri
annali, che oltre la descrizione di ciö che possiede (gabinetto microsco-
pico, laboratorio chimico, campo sperimentale, bigattiera ecc.) presentava
varie memorie originali molto importanti di bacologia. Come era ben
naturale, riconosciuto il merito dello stabilimento di Padova, il giuri volle
premiarlo con medaglia.
La stazione agraria, di ForR, diretta dal prof. dottor Alessandro Pa-
qualini, axeva inviato una numerosa Serie di piante da foraggio raccolte
in Romagna, accompagnandole con I’analisi chimica: ed anche essa fu di-
stinta con medaglia di progresso.
Le stazioni agrarie trapiantate in Italia hanno trovato qua terreno
adatto alla loro vita , e seguendo le orme di quelle della Germania pro-
sperano molto bene; abbenche sieno state piü volle consigliate a non ri-
spettare i confini naturali, che le separano dall’agricoltura pratica.
Ilo sempre creduto che tale consiglio non fosse da seguirsi; e, dopo ciö
che ho veduto fuori, sempre piü son convinto che anzi che cambiare l in-
dole di sifTatte istituzioni, convenga fare di tutto per accrescere il numero
degli agricoltori capaci di tradurre in pratica i dettami della scienza.
Stazioni agrarie di diversi paesi.
Poco mi rimane da raccogliere in questo ultimo capitolo non avendo,
che io mi sappia, concorso aVienna ne anche uno dei laboratorii di chimica
agraria deU’Inghilterra e della Francia.