6
GRUPPO VIII.
La moda del giorno e una tiranna che non sempre conviene lusin-
gare, imperocche i suoi capricci sono sempre esagerazioni del vero buon
gusto. Da un mezzo secolo a questa parte si e cercato d’imitare nei mo-
bili lo stile di quasi tutte le epoelie, cominciando dal gotico primitivo fino
alle esagerate lindure del secolo Luigi XV.
La fantasia di alcuni artisti concepi stupende cose in mezzo a grot-
tesche frivolezze; - ideö strane figure, ornati fantastici, sagome barocche,
ove al neo-greco era innestato il pompeiano e il bisantino:- e al gotico
alemanno lo stile bramantesco. Si videro amalgamare ornati alle piü dis-
sennate forme di mobili copiati da tabernacoli, da pergami , perfino da
facciate di chiese. Lo stile pompeiano, malamente tradotto, si vide anche in
questa esposizione adattato a mobili, che sarebbero stati tanto piü belli ed
eleganti, se avessero avuto delle forme piü comode e. meno fragili, degli
ornati piü semplici, e di minor pretesa.
I mobili italiani erano quasi tutti destinati a corredare abitazioni
eminentemente signorili, e pochi erano adattati ad usi giornalieri. Yi erano
letti artisticamente intagliati e di un valore altissimo, che tutti ammira-
vano, ma che nessuno comprava ; stipi grandiosi, tavole splendidamente
intarsiate, cornici elegantissime, caminetti riccamente scolpiti, cofani di
ogni maniera, ma sempre servibili per gente grandemente facoltosa.
La bella, semplice ed elegante ebanisteria, quella che serve al decente
corredo di ogni onesta abitazione cittadina, il mobile svelto, comodo e
grazioso che si presta ad ogni uso giornaliero, e che seduce per il buon
prezzo e 1’ utile novitä della forma, mancavano totalmente nella sezione
Italiana, e conveniva andarli a cercare nelle sezioni Inglesi, Francesi, Ger-
maniche e specialmente Danesi.
I soli mobili italiani di esclusivo uso comune erano le sempre festeg-
giate e bene accolte sedie leggiere di Chiavari. Il giuri le trovö sotto ogni
rispetto meritevolissime di encomio e d'ineoraggiamento. E di fatti furono
tutte premiate e con maggior distinzione quelle che riunivano un mo-
dicissimo prezzo a soliditä ed eleganza di forma.
La manifattura delle sedie chiavarine e ormai conosciuta in tutte le
parti del mondo civile, e come quella delle sedie e mobili di legno cur-
vato del Thonet di Vienna e ricercatissima ovunque, e forma un impor
tante ramo del commereio ligure. Ma di queste belle sedie dovrü parlare
piü distesamente quando toccherü piü specialmente delle premiazioni.
Dal fin qui detto parmi resultare che un vero e proprio progresso non
fu avvertito nella manifattura dei mobili italiani, e di fatti, mentre per
l’eccellenza dell’arte dell’intaglio e della tarsia furono dal giuri decretati
tre diplomi di onore, e quattro medaglie di buon gusto ai mobili italiani,
una sola medaglia di progresso venne accordata al milanese Rizzi per le
sue tende di legno ad uso di persiane da fmestre. E bene a ragione nes-
sun’altra consimile medaglia fu conferita, imperocche con grande ram-