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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

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GRUPPO VIII. 
La moda del giorno e una tiranna che non sempre conviene lusin- 
gare, imperocche i suoi capricci sono sempre esagerazioni del vero buon 
gusto. Da un mezzo secolo a questa parte si e cercato d’imitare nei mo- 
bili lo stile di quasi tutte le epoelie, cominciando dal gotico primitivo fino 
alle esagerate lindure del secolo Luigi XV. 
La fantasia di alcuni artisti concepi stupende cose in mezzo a grot- 
tesche frivolezze; - ideö strane figure, ornati fantastici, sagome barocche, 
ove al neo-greco era innestato il pompeiano e il bisantino:- e al gotico 
alemanno lo stile bramantesco. Si videro amalgamare ornati alle piü dis- 
sennate forme di mobili copiati da tabernacoli, da pergami , perfino da 
facciate di chiese. Lo stile pompeiano, malamente tradotto, si vide anche in 
questa esposizione adattato a mobili, che sarebbero stati tanto piü belli ed 
eleganti, se avessero avuto delle forme piü comode e. meno fragili, degli 
ornati piü semplici, e di minor pretesa. 
I mobili italiani erano quasi tutti destinati a corredare abitazioni 
eminentemente signorili, e pochi erano adattati ad usi giornalieri. Yi erano 
letti artisticamente intagliati e di un valore altissimo, che tutti ammira- 
vano, ma che nessuno comprava ; stipi grandiosi, tavole splendidamente 
intarsiate, cornici elegantissime, caminetti riccamente scolpiti, cofani di 
ogni maniera, ma sempre servibili per gente grandemente facoltosa. 
La bella, semplice ed elegante ebanisteria, quella che serve al decente 
corredo di ogni onesta abitazione cittadina, il mobile svelto, comodo e 
grazioso che si presta ad ogni uso giornaliero, e che seduce per il buon 
prezzo e 1’ utile novitä della forma, mancavano totalmente nella sezione 
Italiana, e conveniva andarli a cercare nelle sezioni Inglesi, Francesi, Ger- 
maniche e specialmente Danesi. 
I soli mobili italiani di esclusivo uso comune erano le sempre festeg- 
giate e bene accolte sedie leggiere di Chiavari. Il giuri le trovö sotto ogni 
rispetto meritevolissime di encomio e d'ineoraggiamento. E di fatti furono 
tutte premiate e con maggior distinzione quelle che riunivano un mo- 
dicissimo prezzo a soliditä ed eleganza di forma. 
La manifattura delle sedie chiavarine e ormai conosciuta in tutte le 
parti del mondo civile, e come quella delle sedie e mobili di legno cur- 
vato del Thonet di Vienna e ricercatissima ovunque, e forma un impor 
tante ramo del commereio ligure. Ma di queste belle sedie dovrü parlare 
piü distesamente quando toccherü piü specialmente delle premiazioni. 
Dal fin qui detto parmi resultare che un vero e proprio progresso non 
fu avvertito nella manifattura dei mobili italiani, e di fatti, mentre per 
l’eccellenza dell’arte dell’intaglio e della tarsia furono dal giuri decretati 
tre diplomi di onore, e quattro medaglie di buon gusto ai mobili italiani, 
una sola medaglia di progresso venne accordata al milanese Rizzi per le 
sue tende di legno ad uso di persiane da fmestre. E bene a ragione nes- 
sun’altra consimile medaglia fu conferita, imperocche con grande ram-
	        
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