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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INDUSTRIE DEL LEGNO. 
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marico l’ebanisteria italiana brillava per la sua assenza. Ne credasi per 
questo che manchino in Italia buone fabbriche di mobili comuni. Tuü’altro. 
Come altre volte ebbi l’onore di fare avvertire W, esistono grandiose fab 
briche di mobili nella provincia di Milano, e specialmente nei comuni di 
Meda e Cantü, ove una colonia di egregi manitättori che da lungo tempo 
rivela la sua operositä, pone ogui cura nel fabbricare ottimi mobili per 
ogni classe di cittadini, provvedenclo con quelli non solo le fabbriche 
milanesi, ma eziandio molte altre nazionali e straniere. 
L’ industria della ebanisteria lombarda fu sempre considerata come 
una delle principali risorse di quella ricca provincia, e quantunque volte 
ebbero luogo mostre nazionali o provinciali, largamente dimoströ i suoi 
periodici progressi. Nella prima esposizione nazionale del 1861 a Firenze, 
quando per la prima volta le industrie italiane furono chiamate a ras 
end generale, quando i manifattori italiani dalle Alpi al Lilibeo cor- 
sero sulle rive fiorite dell’Arno a darsi il fratellevole amplesso, che fu il 
primo cemento dell’unitä politica italiana, in quella solenne e indimentica- 
büe occasione, i fabbricanti milanesi comparvero colle loro belle mobilie, 
le quali andarono grandemente e giustamente elogiate e premiate. 
Nel 1871 poi, nella esposizione di Jlilano, si ebbe luogo di vedereuna 
piü splendida mostra dei mobili di quella industre provincia, e avendo 
avuto l’onore di appartenere al giuri che doveva giudicarne i meriti, potei 
convincermi che dal 1861 a quell’epoea vi era stato un notevole miglio- 
ramento nel gusto di quei mobili. Ciö perö non stava a dimostrare che 
la supremazia milanese in quella importante industria potesse ovunque 
essere ugualmente sostenuta, e che quei mobili avessero raggiunta tutta 
la desiderabile perfezione, e che non si potesse far meglio. Quella mani- 
fattura e oltremodo apprezzabile sotto certi rapporti, ma non e scevra di 
vari difetti. - E per primo conviene notare quello dello Stile tendente quasi 
sempre al barocco, che tanto nuoce al vero buon gusto. - Un altro difetto 
che fa d’uopo indicare e quello di curare piü il nuovo, che il buono e'd 
il bello. Ne credasi che sempre le nuovitä siano buone, e molto meno 
belle. Le vere eleganti sagome dei mobili perdono sempre del loro pregio, 
quantunque volte per ascoltare le seduzioni della moda, se ne deturpano 
lo stile e le proporzioni. Le forme giä riscontrate buone, utili e comode 
potranno modificarsi, perfezionarsi, ma per fare delle cose nuove non si 
poträ mai ammettere che si sbaglino le proporzioni, che si eseguiscono 
mobili con cassette imbottite all’esterno pregiudicando alla loro resistenza; 
die si formino letti con angoli acuti sporgenti; che si pongano animali 
intagliati e aggettanti fra le gambe di una tavola da pranzo. Non poträ 
mai menarsi buono che vengano poste in non cale le regole della statiea 
nei mobili specialmenle grandiosi, e non poträ per conseguenza tollerarsi 
(I) Vedi Fixoccuietti : Delle arli applicale all'lndustria dei mobili. Milano lipi del Politccnico , 1803.— 
Halle industrie relative alle abitazioni umane. Xipograüa Pellas, 1808.
	        
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