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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INDUSTRIA DEL LEGNO. 
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La detta fabbrica fu quella dei bravi fratelli Levera. Questi operosi 
industriali biellesi che prima del 1861 erano noti alle sole provincie pie- 
montesi, fino da quel tempo avevano una cospicua fabbrica di mobili in 
Torino, i quali giornalmente si sono resi piü buoni, ed hanno adesso arri- 
vato un tal grado di eccellenza da essere giustamente considerati ovunque 
si mostrano. 
La fabbrica Levera ha buoni opifici non solo in Torino, ma bensi 
a Firenze, Roma e Napoli: in tutti regna la piü grande attivita, e da 
ognuno emergono ottimi prodotti di ogni genere di mobili, tapezzerie, e 
larghi e ben meritati guadagni. 
I pavimenti inlarsiati di legno formano una delle importanti produ- 
zioni delle fabbriche Levera. La lunga abitudine ehe hanno le popola- 
zioni del Piemoute di corredare anche le piü umili abitazioni di consi- 
mili pavimenti, indusse piü facilmente gli ebanisti di quelle provincie 
a studiarne la buona fabbricazione. E i fratelli Levera non rimasero mai 
a nessuno secondi in quella manifattura, e a riprova di ciö presentarono 
bellissimi saggi di essa al giudizio del giuri internazionale di Vienna, che 
certamente non fu il piü indulgente, ne il piü corrivo a largheggiare in 
ricompense, volendo bene a ragione, che il premio fosse una eonseguenza 
immediata del merito, e non una condiscendenza a parziali e speciali simpatie. 
I campioni esposti dai Levera erano buoni per costruzione, erano 
belli ed eleganti per disegni bene ideati. 
Potevano sostenere il confronto con quelli eminentemente belli del- 
Inghilterra, della Francia, della Germania, del Belgio, della Svizzera, della 
Danimarca e di altre nazioni, ove e comunissimo l’uso di quei pavimenti 
ove da tempo lontano si fabbricano ovunque con rara perfezione. A. riprova 
di ciö vennero chiesti dal giurato austriaco cav. professore Exner per 
essere collocati come modelli nel Museo forestale di Mariabrunn, e gen 
tilmente furono accordati dai benemeriti proprietari per si nobile scopo. 
Tali pavimenti furono dichiarati degni di una medaglia di merito, e 
bene a ragione, e uguale ricompensa sarebbe stata loro accordata, anche 
se molti altri ebanisti italiani avessero con essi concorso a quelle speciali 
manifatture. Ma un solo com petitore ebbero i Levera, e questi fu Giovan 
Battista Ronco di Padova, al quäle, quantunque presentasse una svanata 
collezione di campioni di pavimenti, non fu accordata dal giuri che una 
menzione onorevole. Ne ciö avvenne perche i pavimenti del Ronco man- 
cassero di pregio, ma per la sola e ben giusta ragione, che egli si limitö 
ad inviare campioni di pavimento con eleganti disegni, ma in troppo piccole 
proporzioni. Ora sovente avviene che l’intarsiatura pei pavimenti non sempre 
riesce perfetta in tutti i disegni tradotti in piü grandi proporzioni. 
Se il Ronco, come fu praticato da tutti gli altri fabbrieanti, avesse 
presentato dei pezzi di pavimento in proporzioni giuste, ben di leggieri 
a mio avviso, avrebbe potuto ottenere una medaglia di merito.
	        
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