INDUSTRIA DEL LEGNO.
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La detta fabbrica fu quella dei bravi fratelli Levera. Questi operosi
industriali biellesi che prima del 1861 erano noti alle sole provincie pie-
montesi, fino da quel tempo avevano una cospicua fabbrica di mobili in
Torino, i quali giornalmente si sono resi piü buoni, ed hanno adesso arri-
vato un tal grado di eccellenza da essere giustamente considerati ovunque
si mostrano.
La fabbrica Levera ha buoni opifici non solo in Torino, ma bensi
a Firenze, Roma e Napoli: in tutti regna la piü grande attivita, e da
ognuno emergono ottimi prodotti di ogni genere di mobili, tapezzerie, e
larghi e ben meritati guadagni.
I pavimenti inlarsiati di legno formano una delle importanti produ-
zioni delle fabbriche Levera. La lunga abitudine ehe hanno le popola-
zioni del Piemoute di corredare anche le piü umili abitazioni di consi-
mili pavimenti, indusse piü facilmente gli ebanisti di quelle provincie
a studiarne la buona fabbricazione. E i fratelli Levera non rimasero mai
a nessuno secondi in quella manifattura, e a riprova di ciö presentarono
bellissimi saggi di essa al giudizio del giuri internazionale di Vienna, che
certamente non fu il piü indulgente, ne il piü corrivo a largheggiare in
ricompense, volendo bene a ragione, che il premio fosse una eonseguenza
immediata del merito, e non una condiscendenza a parziali e speciali simpatie.
I campioni esposti dai Levera erano buoni per costruzione, erano
belli ed eleganti per disegni bene ideati.
Potevano sostenere il confronto con quelli eminentemente belli del-
Inghilterra, della Francia, della Germania, del Belgio, della Svizzera, della
Danimarca e di altre nazioni, ove e comunissimo l’uso di quei pavimenti
ove da tempo lontano si fabbricano ovunque con rara perfezione. A. riprova
di ciö vennero chiesti dal giurato austriaco cav. professore Exner per
essere collocati come modelli nel Museo forestale di Mariabrunn, e gen
tilmente furono accordati dai benemeriti proprietari per si nobile scopo.
Tali pavimenti furono dichiarati degni di una medaglia di merito, e
bene a ragione, e uguale ricompensa sarebbe stata loro accordata, anche
se molti altri ebanisti italiani avessero con essi concorso a quelle speciali
manifatture. Ma un solo com petitore ebbero i Levera, e questi fu Giovan
Battista Ronco di Padova, al quäle, quantunque presentasse una svanata
collezione di campioni di pavimenti, non fu accordata dal giuri che una
menzione onorevole. Ne ciö avvenne perche i pavimenti del Ronco man-
cassero di pregio, ma per la sola e ben giusta ragione, che egli si limitö
ad inviare campioni di pavimento con eleganti disegni, ma in troppo piccole
proporzioni. Ora sovente avviene che l’intarsiatura pei pavimenti non sempre
riesce perfetta in tutti i disegni tradotti in piü grandi proporzioni.
Se il Ronco, come fu praticato da tutti gli altri fabbrieanti, avesse
presentato dei pezzi di pavimento in proporzioni giuste, ben di leggieri
a mio avviso, avrebbe potuto ottenere una medaglia di merito.