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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INDUSTRIA DEL LEGNO. 
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di ebanisteria era buono, e come tale fu premiato con una onorevole men 
zione. Se invece che da Milano fossero provenuti quei mobili da altro luogo, 
forse avrebbero potuto conseguire a titolo d’incoraggiamento una medaglia 
di merito, ma l’essere prodotti di una cittä dove si lavora egregiamente 
qualunque genere di ebanisteria, e dove si dovrebbe essere piü cauti nel- 
l’incorrere nei difetti del Meget , bastö per rendere il giuri molto piü 
severo nel conferimento della ricompensa. 
Ne meno severo si moströ per i mobili presentati da Ferdinando Po- 
gliani, pur di Milano-— mobili di ebano nero intarsiati di avorio. 
1 suddetti mobili a prima vista abbagliavano, ma non reggevano ad 
un esame minuto che si facesse di loro. E siccome nel giui i vi erano 
uomini intelligentissimi e competentissimi nella materia, cosi malgrado la 
difesa dei loro merili assunta da me e dal mio collega prof. Mussini non 
fu possibile ottenere al Pogliani una ricompensa maggiore della menzione 
onorevole. II confronto di quelle tarsie con quelle del Gatti e del Vespi- 
gnani di Roma era troppo eloquente per poter convincere ognuno della 
equitä imparziale di un tale giudizio. 
Milano ebbe il gran torto di spedire a Vienna mobili di grande ap- 
parenza, ma che illudono soltanto qualche dovizioso forestiere, che crede 
hello tutto quello che esce da un magazzino italiano, e specialmente se in 
quella bottega vi e l’ombra di qualche mobile dei tempi passati. Ma ad un 
giuri come quello di Vienna era difhcile che il fulgore dell’orpello fa 
cesse talmente abbacinare la vista da farglielo prendere per oro effettivo. 
I lavori milanesi furono esaminati con tutta coscienza, ma anche con (utto 
il rigore dovuto; e se poehi ottennero splendide ricompense, la ragione e 
detta, e credo inutile doverla ripetere. 
Ebbe parimente una menzione onorevole Leonardo Gaggia di Milano 
per un suo moliile di ebano intarsiato in avorio e tartaruga che non man- 
cava di eleganza e di belle proporzioni. Lodato per le sue linee archi- 
tettoniche, per la semplicitä e buon gusto di ornati e per una assai buona 
composizione non che per eccellente costruzione si fu lo scaffale da libri 
che presentö Sem Torelli di Firenze, al quäle venne conferita per una- 
nime consenso una medaglia di merito. 
Uguale ricompensa avrebbe potuto ottenere Salvadore Pagano di Napoli 
per i suoi mobili di noce ünamente scolpiti sullo stile Pompeiano. Ma 
adottando quello stile egli dimentieö che costruiva dei mobili destinati 
all’uso, e non per stare sotto una campana di cristallo. E tutti quegli 
ornamenti sottilissimi da lui erroneamente intagliati, erano giä in parte 
stati rotti nel viaggio, ed altri avrebbero ineorso la stessa mala Sorte se 
quei mobili fossero stati adoperati. Tutte quelle punte, quelle sagomette 
aggettanti, quei festoncini erano troppo poco resistenti, e disadatti del tutto 
per un mobile, nel quäle l’eleganza non deve esser mai scompagnata dal 
comodo di poterlo usare senza il continuo pericolo di guastarlo. Lo stile
	        
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