INDUSTRIA DEL LEGNO.
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comune delle altre, si rileva principalmente dal vedere con quanta parsi-
monia fu aceordata dal giuri, il quäle fu molto meno severo per quella
di semplice merito. E se l’amor proprio di qualche espositore si e trovato
offeso da questa ricompensa, ciö altamente duole al giuri, il quäle ebbe
in animo ben diversi intendimenti, quando deliberöa pochissimi espositori
tanto la medaglia del progresso, che quella del buon gusto, le quali eguali
nel valore, stavano perö a rappresentare due essenzialissimi meriti in coloro
che avevano saputo guadagnarle.
Tanto la medaglia del progresso, che quella del buon gusto stavano
e stanno a chiararaente indicare, ehe oltre il merito generale di un lavoro
il giuri vi aveva riscontrato o il requisito del progresso, o quello del
buon gusto.
Le tarsie del Lancetti erano di due specie : alcune erano condotte in
madreperla e metalli sopra l’avorio, sul sistema delle antiche pergamene
luraeggiate, e di queste singolari tarsie puö dirsi, senza tema di esser
contraddetti, che egli e stato il primo a introdurle e perfezionarle. E di
fatti lo stile elegantissimo presentato alla mostra universale di Vienna,
non era che una variatissima riproduzione di altro stipetto eseguito dal
medesimo autore, ed acquistato da S. M. il Re d’Italia, che si compiacque
accordare la sua Augusta protezione al Lancetti, concedendogli il titolo di
regio intarsiatore.
Le altre bellissime tarsie di questo artista sono in legni colorati, e
queste erano rappresentate da un pregevolissimo piano di tavola, il quäle
aveva una grande analogia con altro esposto nella grande esposizione di
Londra del 1862, e che pure venne acquistata dal magnanimo nostro Re.
Nulla di meglio inteso poteva vedersi del disegno elegantissimo di
quel tavolino; niente di meglio eseguito, niente di piü piacevole efletto
dell’armonia che regnava in tutte le parti di quel largo disco. L’egregio
autore vivendo in una cittii ove abhondano antiche meravigliose tarsie dei
secoli aurei per quell’ arte, ha potuto in esse ispirarsi, e chiamato a re-
staurarne la maggior parte , ha saputo meglio di un altro studiarne i
processi, ammirarne le bellezze, superarne le difficoltä, modificarne e mi-
gliorarne l’effetto.
A Federigo Lancetti dal 1861 ad oggi non sono venute mai meno le
dimostrazioni Iuminose di pubblica benevolenza, e quantunque volte i suoi
lavori comparvero in pubbliche mostre, sempre furono festeggiati e pre-
miati con ogni maniera di onorificenze I 1 ). Ne giova sperare che la me
daglia del huon gusto guadagnata a Vienna sara l’ultima distinzione che
gli sarä stata concessa, ma contrihuirä efficacemente a procurargliene
altre, che sempre piü lo potranno rendere lusingato e soddisfatto.
(t) Ycdi Finocchietti: llelazioni delle Esposizioni d * 1 18151, 1802 e 18!»7.