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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

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GRUPPO VIII. 
la sua composizione, ed elegante la forma degli ornati, fti premiato con 
una medaglia di merito. 
La stessa ricompensa ottennero i bellissimi mobili intagliati in ebano 
di Raffaelo Vespignani di Roma. Lo stipo intagliato a figure era egregia- 
mente lavorato e composto, buono fn riscontratoil disegno, solida la costru- 
zione, insomma parve al giuri che a buon diritto quell’espositore potesse 
annoverarsi fra i migliori,ed a tal uopo unanimemente gli concesse la sur- 
ferita distinzione. E tanto piü si persuase a concedergliela in quanto che 
non era quello il solo lavoro bello del Vespignani, ma gli andava com- 
pagna una graziosissima cornice, che a parer mio possedeva piü merito 
ancora dello stipetto. 
11 Vespignani e i fratelli Gomez non avevano mai concorso a nessuna 
mostra mondiale, e con piacere il giuri salutö questa loro prima soddis- 
facente comparsa, che di buon grado mi auguro non debba essere I’ul- 
tima, che mi presenti opportunitä di poter consacrare qualche pagina a 
loro lode. 
I veneziani Fortunato Gianni e Antonio Camuffo presentarono dei buoni 
quadri intarsiati con legni naturali ed esprimenti vedute venete e figure di un 
assai buon effetto. E se non vi fossero stati confronti di altre migliori 
tarsie, certamente i giurati sarebbero stati meno severi nell’accordar loro 
una ricompensa che non pote essere maggiore dell’onorevole menzione. 
Credo perö che in qualunque altra occasione i lavori di quei due 
bravi veneti potranno giustamente ottenere piü larghe ricompense. 
II giuri internazionale di Vienna fu con tutti severo e imparziale, 
ma piü specialmente poi con quelle nazioni, che come l’Italia aveano fama 
di essere maestre in certe determinate arti. Le cose che avevano le pecche 
piü leggiere, e che ad un’altra nazione non venivano addebitate, per l’Italia 
erano un motivo di maggiore difficoltä per ottenere un premio. II mediocre 
non era ammesso ad una nazione come la nostra, maestra sempre di ogni 
arte e gentil disciplina. Si e per queste ragioni che molti altri espositori 
si ebbero la menzione onorevole, anziche la medaglia di merito. 
Il mobile grandioso di ebano intarsiato di avorio ed ornato di pietre 
dure che espose Mauro Mauprivez di Milano non ottenne a Vienna il suc- 
cesso che ebbe in patria. Troppi, e troppo sfavorevoli per esso furono i con 
fronti con altri mobili italiani e stranieri, varie Ie maniere di giudieare 
delle sue forme, e della sua parte di ebanisteria: infirie la maggioranza 
piü propensa a concederle una menzione onorevole, la vinse sopra la mino- 
ranza che desiderava conferirle una medaglia di merito; e la prima di 
stinzione fu quella adottata dal giuri di gruppo. 
Uguale sorte toccü ai moltissimi e pur graziosi mobili intarsiati a 
vaghi colori dall’udinese Pietro Ferigo, che io aveva avuto luogo di com- 
mendare e vedere giustamente premiati alla esposizione nazioDale di Milano 
del 1871. Ma lä dovevano sostenere modesti confronti; qui invece la palestra
	        
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