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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INDUSTRIA DEL LEGNO. 
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Esegui pure coll’aiuto del Sansovino, di cui era grande amico e fami 
liäre, alcuni grandi putti e una statua al naturale rappresentante S. Tolen- 
tino, che furono posti nella cappella dedicata a quel Santo nella chiesa 
di Santo Spirito in Firenze 9). 
Discepolo di Nanni Unghero si fu Niccolö detto il Tribolo, nato nel 1485 
e morto nel 1550. Ma questi esercitö l’arte dell’intagliatore soltanto nella 
sua giovinezza, e di lui non esiste alcun lavoro di legno, per averne ese- 
guiti soltanto alfinche rimase nella bottega dell’Unghero. Dopo si dette inte- 
ramente alla scultura in marmo ed all’architettura, e si rese celebre in 
ambedue queste arti. 
Andrea del Yerrocchio ancora, il quäle fu pittore, scultore ed archi- 
tetto liorentina, si piacque esercitare l’arte dell’intaglio in legno, come 
quasi tutti i grandi artisti di quel tempo, ed esegui vari crocefissi, i 
quali perö non si sa con precisione se esistono tuttavia in qualche chiesa 
o in qualche museo. 
Eccellentissimi intagliatori linalinente furono Gio. Battista del Tasso 
e i suoi figli Marco, Domenico e Giuliano, i quali eseguirono egregi lavori 
in Firenze e specialmente in Palazzo Vecchio e nella libreria di S. Lorenzo, 
ove in compagnia di Antonio Carota, detto il maestro Antonio, nel 1552 
fece il bei soffitto ed i plutei di quella insigne biblioteca. 
Il Carota esegu'i ancora coi disegni di Pierin del Vaga alcune poppe 
delle galere fiorentine, e architettö e intagliö i carri della Compagnia del 
Diamante. 
La famiglia del Tasso ebbe altri intagliatori in legno, come e stato 
dottamente avvertito anche ultimamente dal ehiarissimo Gaetano Milanesi. 
E qui faremo punto per orn della storia antica, che spero non sarä 
riuscita discara ai lettori di questa relazione, ai quali forse varie delle 
notizie date non saranno state del tutto familiari, per la gran ragione 
della loro poea pubblicitä. Per gli studiosi poi riesciranno sempre utili, 
imperocche chi ama le arti, desidera sempre avere di esse le maggiori e 
piü dettagliate notizie. E dopo tutto ciö riprendo il filo della relazione. 
Malgrado che molti oggetti appartenenti per natura loro a questa se- 
zione figurassero in altre, come piü sopra vedemmo, nulladimeno non po- 
chi, ne di piccola importanza furono quelli che il giuri dovette prendere 
in esame. 
E per i primi ragion yuole che io accenni a quelli di Valentino Pan- 
ciera detto Besarel di Venezia , nei quali fu coadiuvato dal fratello 
Francesco. 
Di quell’egregio artista ebbi luogo di parlare a lungo altre yolte ( 2 ), 
e sempre doyetti convenire della sua distinta capacitä, del suo franco e 
(1) Vedi Yabari: Vile dei Pittori. Edizione Lemonnier, 1857, toi. 10 a 13. 
(2) Yedi Fisoccbibtti : Opere citate.
	        
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