INDUSTRIA DEL LESNO.
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giuri nel canferirgli quel diploina intese solo di esprimere il suo ram-
marico per non aver potuto avere sott’occhio i grandiosi lavori che egli
ha eseguito e dei quali furono ammirate le bellissime fotografie, che poi
andarono ad ornare il museo Austriaco.
II giuri volle onorare il nome del Gajani, sebbene non avesse potuto
esporre che modestissime cose, le quali perö attestavano della sua priyile-
giata intelligenza e della sua bella maniera di scolpire in legno.
Pasquale Carrara da Bergamo espose cornici assai bene intagliate,
ma che perö non avevano tutta quella correttezza di disegno, che si sa-
rebbe desiderato, e per conseguenza a titolo d’ineoraggiamento gli venne
assegnato dal giuri una menzione onorevole. Il Carrara ha la fortuna di
abitare in un paese ove non fanno difetto i buoni modelli,. di legno scol-
pito, e quantunque piü nulla ivi si conservi del famoso fra Damiano da
Bergamo, purnondimeno la chiesa di S. Maria della Misericordia possiede
sempre notevolissimi intagli e tarsie dei Codeferini di Lovere, conosciuti
volgarmente col nome di Capo di Ferro. La vicinanza poi di Verona, ove
si conservano stupende opere di legno, puö essere argomento di studio al
Carrara per sempre meglio perfezionarsi nella sua bella professione.
Anche a Luigi Moretti di Milano il giuri non stimö opportuno di con-
cedere una ricompensa maggiore della menzione onorevole, sebbene i
giurati italiani propendessero per accordargli una medaglia di merito. Ma
il suo mobile intagliato dovette sostenere troppi confronti, fu troppo mi-
nutamente analizzato, per potere vincere una diversa ricompensa. E quan
tunque io debba convenire che i difetti apposti al disegno di quel mobile^
fossero giusti, nulladimeno credetti allora, e credo adesso che non erano
t.ili da privarlo di una medaglia, che facilmente avrebbe ottenuta da un
giuri meno severo, imparziale e scrupoloso quäle si fu quello di Vienna.
Una bella cornice con ornati, figure e mostri fantastici fu pure quella
di Pietro Trevese di Castelfranco Veneto, ma anche ad esso non venne
aggiudicata che una menzione onorevole.
E la stessa distinzione si ebbero i lavori fatti dagli alunni dell’ Orfa-
notroüo Manin di Venezia, donde c sperarsi che possano uscire buoni
intagliatori, giacche l insegnamento che si da a quei poveri derelitti me-
rita plauso.
Di lunga discussione poi fu soggetto la ricompensa da accordarsi al
dislinto intagliatore Salvadore Coco di Palermo. Egli aveva spedito a Vienna
un elegante armadio per signore, ma commise l'errore di applicare a quel
grazioso mobile, due pitture nei pannelli, rappresentanti galli, galline, fiori
e frutti. Quäle analogia potessero avere quegli animali in una camera di
una elegante signora, nessuno lo seppe indurre e, per vero dire, l’infelice
scelta di quella allegoria nessuno seppe compatirla. Ad un artista di minor
merito del Coco poteva menarsi buono una tale sbagliata scelta di ornati
ma ad esso premiato sempre per il suo buon gusto, non fu possibile essere