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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INDUSTRIE DEL LEGNO. 
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Museo Austriaco, e cosi ha potuto avere un giusto compenso alle sue no- 
bili fatiche, col veder collocite come modelli in quel museo le sue stu- 
pende cornici, che meglio di molte altre imitano quelle del secolo XVI che 
si vanno facendo sempre piü rare, e che non s’incontrano che in poche 
antiche magnatizie abitazioni. Le cornici del Picchi sono ricercatissime e 
conosciute moltissimo all’estero, ove giä ornano reggie e doviziosi appar- 
tamenti. II singolare modo della loro fabbricazione e merito privilegiato 
di questo infaticabile artista, al quäle anche recentemente due illustri ac- 
cademie artistiche hanno voluto dimostrare la loro stima, collo spedirgli 
i loro diplomi. 
Molti altri lavori importanti erano esposti in questa sezione, che in 
una mostra piü modesta avrebbero potuto ottenere una distinzione; ma in 
quella faragine di ottimi lavori di ogni nazione non fu piccola fortuna 
se ai lavori italiani toccarono le ricompense che abbiamo accennate, e che 
certamente non furono poche. 
Giova poi osservare che i premii accordati ai mobili intagliati italiani 
furono conseguiti piü dalla mano d’opera, che dal capitale, mentre e in 
Austria nella Germania, e in Inghilterra, e in Francia e nel Belgio, i mo 
bili scolpiti appartenendo a grandi fabbriche, ove si lavora qualunque 
genere di mobilie, non si sa mai con certezza quäl e il vero autore di un 
bell’intaglio in legno. E difatti i mobili di Griiber, di Ivren, di OrLfey in 
Vienna, quelli di Mazaroz e Gueret in Francia, di Jackson e Graham in 
Inghilterra, di Tasson nel Belgio, diWirth in Svizzera, avevano certamente 
meriti grandissimi e per disegno e per composizione, e per esecuzione. Ma 
i veri autori di quelle sottili sculture, di quei disegni erano realmente i 
proprietari di quelle grandi fabbriche ? Io credo di poter impunemente 
affermare che no. In quelle vaste otficine esistono disegnatori stipendiati i 
quali danno ad eseguire i loro modelli ad alcuni intagliatori addetti al- 
l’opificio, i quali spesse volte si dividono il lavoro fra loro, eseguendo al 
cuni la figura, altri gli animali, e certuni gli ornati. 
Compito il lavoro, viene sottoposto all’esame del proprietario della 
fabbrica, il quäle quasi mai pone le mani in quei lavori fatti per suo 
conto, e che poi espone e vende in proprio nome, facendo accordare rae- 
daglia di cooperazione agli operai che furono i veri e propri autori di 
quei distinti oggetti. 
In Italia invece, meno in ben poche eccezioni, quasi tutti i mobili 
intagliati e scolpiti sono disegnati e lavorati in gran parte da una me- 
desima mano, almeno nelle parti sostanziali, giacche gli operai delle 
ofhcine dei nostri scultori in legno sono destinati per lo piü a eseguire i 
disegni del maestro, a sbozzarli e prepararli nel legno per essere quin li 
terminati da chi gli ha concepiti e disegnati. 
Di tal maniera la parte piü importante del lavoro rimane quasi sem 
pre al capo del laboratorio, che poi esponendolo in suo nome, puö con
	        
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