INDUSTRIE DEL LEGNO.
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Museo Austriaco, e cosi ha potuto avere un giusto compenso alle sue no-
bili fatiche, col veder collocite come modelli in quel museo le sue stu-
pende cornici, che meglio di molte altre imitano quelle del secolo XVI che
si vanno facendo sempre piü rare, e che non s’incontrano che in poche
antiche magnatizie abitazioni. Le cornici del Picchi sono ricercatissime e
conosciute moltissimo all’estero, ove giä ornano reggie e doviziosi appar-
tamenti. II singolare modo della loro fabbricazione e merito privilegiato
di questo infaticabile artista, al quäle anche recentemente due illustri ac-
cademie artistiche hanno voluto dimostrare la loro stima, collo spedirgli
i loro diplomi.
Molti altri lavori importanti erano esposti in questa sezione, che in
una mostra piü modesta avrebbero potuto ottenere una distinzione; ma in
quella faragine di ottimi lavori di ogni nazione non fu piccola fortuna
se ai lavori italiani toccarono le ricompense che abbiamo accennate, e che
certamente non furono poche.
Giova poi osservare che i premii accordati ai mobili intagliati italiani
furono conseguiti piü dalla mano d’opera, che dal capitale, mentre e in
Austria nella Germania, e in Inghilterra, e in Francia e nel Belgio, i mo
bili scolpiti appartenendo a grandi fabbriche, ove si lavora qualunque
genere di mobilie, non si sa mai con certezza quäl e il vero autore di un
bell’intaglio in legno. E difatti i mobili di Griiber, di Ivren, di OrLfey in
Vienna, quelli di Mazaroz e Gueret in Francia, di Jackson e Graham in
Inghilterra, di Tasson nel Belgio, diWirth in Svizzera, avevano certamente
meriti grandissimi e per disegno e per composizione, e per esecuzione. Ma
i veri autori di quelle sottili sculture, di quei disegni erano realmente i
proprietari di quelle grandi fabbriche ? Io credo di poter impunemente
affermare che no. In quelle vaste otficine esistono disegnatori stipendiati i
quali danno ad eseguire i loro modelli ad alcuni intagliatori addetti al-
l’opificio, i quali spesse volte si dividono il lavoro fra loro, eseguendo al
cuni la figura, altri gli animali, e certuni gli ornati.
Compito il lavoro, viene sottoposto all’esame del proprietario della
fabbrica, il quäle quasi mai pone le mani in quei lavori fatti per suo
conto, e che poi espone e vende in proprio nome, facendo accordare rae-
daglia di cooperazione agli operai che furono i veri e propri autori di
quei distinti oggetti.
In Italia invece, meno in ben poche eccezioni, quasi tutti i mobili
intagliati e scolpiti sono disegnati e lavorati in gran parte da una me-
desima mano, almeno nelle parti sostanziali, giacche gli operai delle
ofhcine dei nostri scultori in legno sono destinati per lo piü a eseguire i
disegni del maestro, a sbozzarli e prepararli nel legno per essere quin li
terminati da chi gli ha concepiti e disegnati.
Di tal maniera la parte piü importante del lavoro rimane quasi sem
pre al capo del laboratorio, che poi esponendolo in suo nome, puö con