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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

INBUSTRiA DEL LEGNO. 
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squallida solitudine di mui gelida soffiltu, mancante di ogni risorsa, 
c affidato solo al genio istintivo della propria mente, logorato spesse 
fiate dal bisogno, e bene spesso sfinito di forze per la fame. II lavoro 
eseguito sotto tanti tristi auspicii non puö certamente avere quello 
sviluppo , che viene determinato dai locali delle grandi otlicine, ove 
1’operaio vede niodelli a piacere, possiede arnesi adattati, vive e respira 
in nna atmosfera capace di sostenergli le forze, sente consigli, vede di- 
segni; non gli mancano aiuti di qualunque sorte e maniera. — Ma 
perö a qneste grandi risorse convien pagare il tributo dell’amor proprio 
non sempre soddisfatto a seconda dei propri desiderii. 
La giustizia distributiva fu e sarä sempre Io scoglio maggiore della 
umanitä, imperocche viene sempre sentita in un modo molto diverso: 
e quello che e pur equo ad uno, sembra ingiusto a tal altro e via di- 
scorrendo. 
Concludendo adunque queste poche considerazioni, io dico , che se 
gl’ Italiani non ebbero in questa sezione tutte quelle rieompense che 
forse speravano, e delle quali sarebbero stati anche meritevoli, la colpa 
non deve attribuirsene ne ad assoluta deficienza di meriti nei lavori, 
ne a cattiva volontü o trascuranza di esame nel giuri. 
Se non tutti gli oggetti poterono ottenere un premio, il motivo e fa- 
cile a comprendersi: — se alcuni poi ebbero un premio inferiore ai loro 
meriti, e ai loro desiderii , la colpa non deve attribuirsi ai giuiali, m.i 
sibbene alla necessitä ineluttabile di aver dovuto sostenere dei confronti 
serissimi con moltissimi altii oggetti di simil genere e nostrani e di altre 
nazioni. Infine se gli esami furono attentissimi e i giudizi severi, io credo 
che ciö debba piü tornare a decoro dei giuri , che a sua condanna, im 
perocche in tali casi, credo che sia piü desiderabile una soverchia se- 
verita, che una sconsigliata prodigalitä di ricompensare. Sarebbe stato 
giusto il lamento se il giuri avesse avuto due pesi e due misure; ma sic- 
come fu imparziale e severo con tutti ugualmente, cosi non puö di nulla 
essere accusato. 
11 giuri infine fu unanime nel riconoscere die gl’italiani lavorano 
l’intaglio in legno con molta franchezza e precisione, che sanno dargli 
una particolare impronta, ma che bene spesso difettano nelle buone com- 
posizioni, e nell’esattezza dello stile delle epoche, i! che dimostra chiara- 
mcnte piü genio, che studio negli artisti. 
Il bisogno di studiare e stato sempre poco sentilo fra noi, e si e 
sempre follemente creduto, che basti l'aver qui respirate le prime aure 
di vita per diventare artisti. 
Si nasce col sentimento dell’arte — ma non si diviene artista senza 
studio. Di tale veritä pare che adesso si vadano persuadendo i nostri 
giovani; e le scuole di disegno infatti sono piü frequeotate di prima, e 
le regole dell’arte vengono giornalmente riconosciute la vera guida per
	        
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