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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

SCULTURA. IN LEÖN0. 
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S. Giovanni, ed il eancello che chiude la cappella della Cintola in Prato, 
nei quali fregi e toccato rultimo limite concesso alla imitazione del vero. 
Ma egli e dalla mostra stessa di Yienna, e senza ricorrere ad esempi 
antichi, cui e vezzo odierno in Italia dare l’ostracismo, che essi avrebbero 
derivati non pochi insegnamenti si positivi che negativi. Di quest’ ultima 
specie citerö dapprima quello che mi viene suggerito dall’opera, peralcuni 
rispetti pregevolissima di un italiano scultore ornatista. Questi e il sig. 
Pegrazzi di Verona. Egli inviava alla mostra di Vienna alcuni saggi della 
sua non comune valentia nel riprodurre sovra quattro pilastrini con infmita 
delicatezza e fedeltä, frutta e rami di querce scolpiti in pietra di Verona. 
Questi rami, appesi ad un chiodo romano, protendono il loro stelo e le ele 
gant! foglie quali si protendevano pendenti sul piano verticale i modelli del- 
l’autore, aderendo e distaceando dal piano stesso ad ogni tratto il tenue stelo 
e le foglie sottilissime. L’imitazione e perfetta, la difücoltä di atteggiare Ia 
fragile materia a quelle foggie a cui si atteggia la natura e stupendamente 
superata. Ma a quäl pro tanto sforzo di pratica abilitä e di fedele imitazione 
del vero ? E egli questo un vero e proprio motivo di plastico ornamento? E 
quando fosse, non ha egli visto l’egregio artista che seguendo servilmente 
la natura egli non ha potuto produrre se non un’opera diüina fragilitä pari 
alla difficolta incontrata nell’eseguirla? Forse l’autore intese mai di for- 
nire la misura del suo sapere di ornatista? Io non posso crederlo. Credo 
piuttosto che, cedendo ad influenze piü o meno locali, abbia voluto di- 
mostrare una volta per tutte che la imitazione pretta pretta del vero non 
aveva per lui arcani ch’egli non sapesse penetrare, quasi giuocando colla 
materia. Sarei pure tentato di attribuirgli la sottile ed ironica intenzione 
di dimostrare col fatto ai fautori del realismo come questo sia per l’orna- 
tista il piü abile un elemento dissolvente e del tutto negativo. 
Comunque sia, egli e certo in questo intendimento che io cito l’esem- 
pio dei saggi del sig. Pegrazzi, lieto che me lo porga un artista di merito 
distinto, ciö che da all’insegnamento negativo un valore singolarmente 
eloquente (*). 
Potrei pure citare ad esempio negativo la cornice di un medagliere 
uscita dall’officina, a buon dritto celebrata, degli egregi Gori, Guidi e Querci 
di Siena, ma senza ferne loro addebito, poiche mi vien detto che dovessero 
lavorare a tema obbligato. Del resto che quella applicazione di realismo 
non fosse per essi che un fatto accidentale, bene stanno a dimostrarlo le 
altre opere segnate col loro nome, e piü spiccatamcnte quella stupenda 
cornice ovale che valse loro la distinta ed ambita medaglia del buon gusto, 
e che, senza alcun dubbio, puö ritenersi quäle uno dei capolavori dell’in- 
taglio moderno. 
(I) Per quanto i lavori del sig. Pegrazzi, perche non eseguiti sul legno, sieno estranci al Gruppo Vlll.ho 
crednto poterli cilare siccomc opere di scultura ornamentale.
	        
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