SCULTURA. IN LEÖN0.
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S. Giovanni, ed il eancello che chiude la cappella della Cintola in Prato,
nei quali fregi e toccato rultimo limite concesso alla imitazione del vero.
Ma egli e dalla mostra stessa di Yienna, e senza ricorrere ad esempi
antichi, cui e vezzo odierno in Italia dare l’ostracismo, che essi avrebbero
derivati non pochi insegnamenti si positivi che negativi. Di quest’ ultima
specie citerö dapprima quello che mi viene suggerito dall’opera, peralcuni
rispetti pregevolissima di un italiano scultore ornatista. Questi e il sig.
Pegrazzi di Verona. Egli inviava alla mostra di Vienna alcuni saggi della
sua non comune valentia nel riprodurre sovra quattro pilastrini con infmita
delicatezza e fedeltä, frutta e rami di querce scolpiti in pietra di Verona.
Questi rami, appesi ad un chiodo romano, protendono il loro stelo e le ele
gant! foglie quali si protendevano pendenti sul piano verticale i modelli del-
l’autore, aderendo e distaceando dal piano stesso ad ogni tratto il tenue stelo
e le foglie sottilissime. L’imitazione e perfetta, la difücoltä di atteggiare Ia
fragile materia a quelle foggie a cui si atteggia la natura e stupendamente
superata. Ma a quäl pro tanto sforzo di pratica abilitä e di fedele imitazione
del vero ? E egli questo un vero e proprio motivo di plastico ornamento? E
quando fosse, non ha egli visto l’egregio artista che seguendo servilmente
la natura egli non ha potuto produrre se non un’opera diüina fragilitä pari
alla difficolta incontrata nell’eseguirla? Forse l’autore intese mai di for-
nire la misura del suo sapere di ornatista? Io non posso crederlo. Credo
piuttosto che, cedendo ad influenze piü o meno locali, abbia voluto di-
mostrare una volta per tutte che la imitazione pretta pretta del vero non
aveva per lui arcani ch’egli non sapesse penetrare, quasi giuocando colla
materia. Sarei pure tentato di attribuirgli la sottile ed ironica intenzione
di dimostrare col fatto ai fautori del realismo come questo sia per l’orna-
tista il piü abile un elemento dissolvente e del tutto negativo.
Comunque sia, egli e certo in questo intendimento che io cito l’esem-
pio dei saggi del sig. Pegrazzi, lieto che me lo porga un artista di merito
distinto, ciö che da all’insegnamento negativo un valore singolarmente
eloquente (*).
Potrei pure citare ad esempio negativo la cornice di un medagliere
uscita dall’officina, a buon dritto celebrata, degli egregi Gori, Guidi e Querci
di Siena, ma senza ferne loro addebito, poiche mi vien detto che dovessero
lavorare a tema obbligato. Del resto che quella applicazione di realismo
non fosse per essi che un fatto accidentale, bene stanno a dimostrarlo le
altre opere segnate col loro nome, e piü spiccatamcnte quella stupenda
cornice ovale che valse loro la distinta ed ambita medaglia del buon gusto,
e che, senza alcun dubbio, puö ritenersi quäle uno dei capolavori dell’in-
taglio moderno.
(I) Per quanto i lavori del sig. Pegrazzi, perche non eseguiti sul legno, sieno estranci al Gruppo Vlll.ho
crednto poterli cilare siccomc opere di scultura ornamentale.