SCULTURA IN LEGNO.
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So ben io che in sullo scorcio del secolo X7I gli esempi che con-
traddicono a questa massima ci vennero dati da quegli artelici che ancora
sono con buon frutto studiati. Quindi mi asterrö dal fare rimprovero ui
nostri egregi intagliatori senesi Ferri e Bartolozzi che dal celebre coro
della Cattedrale di Siena tolsero l’ispirazione per quel loro magnilico se-
dile a spalliera. Solo ricorderö agli egregi artisli che quel coro, co’ saoi
putti liberamente adagiati sui braccioli degli stalli, e opera eseguita sui
disegni del Riccio nel 4570; e che poco di poi l’arte navigava in pieno
barocchismo.
Poiche io pure concorsi col mio voto a conferire il diploma d’ onore
a quel valente scultore in Iegno cbe e il Panciera Besarel, pare non mi
si addica oggi muovergli critlca alcuna. Ma io sono convinto che la sua
stupenda cornice ovale e i suoi due candelabri, gli uni e 1 altra composti
del tutto merce un intreccio di putti, siano stati dal Giuri considerati quali
opere eccellenti di uno scultore figurista, di un vero e proprio statuario
che sui legno adoperava lo scarpello come lo avrebbe adoperato sui marmo.
E realmente e tale e tanta la vita ch’egli seppe infondere in quella leg-
giadra schiera di putti, tutti veri, tutti diversi d’indole e d’espressione,
tutti per forma e carattere d’inarrivabile bellezza, che fui ben lieto di
trovare i colleghi unanimi nel concetto di conferirgli il massimo premio,
Ma se quelle stupende sculture si fossero esaminate con riguardo speciale
allo stile ed alla composizione, se si fosse in una parola giudicato l’orna-
tista anziche lo scultore, non pochi dei miei colleghi, oso affermarlo, gli
avrebbero mosso quello che i francesi chiamanoun proces detendance. Ed
in vero, per non parlare che dei due grandiosi candelabri, essi non d’altro
si compongono che di una falange di putti che sovrapposti, accavalciati
gli uni agli altri in svariate movenze, formano una piramide la cui soli-
ditä a null’altro si raccomanda che alla ginnastica di un equilibrio fallace,
anzi impossibile, che troppo ricorda, superandole, le piramidi di uomini
e fanciulli proprie degli spettacoli del circo. Date che il Panciera Besarel
non fosse quel maestro ch’egli e nella plastica esecuzione, date che quei
graziosi putti fossero meno stupendamente rnossi e modellati, non ai i emmo
esitato a dirgll che tutto egli ha fatto costi tranne il candelabro. Ma basta
su ciö, che troppo mi duole farla da critico a tanto artista. Del quäle e
degli altri giä nominati se ho parlato, malgrado che non mi sia proposto
di passare in rassegna opere ed artefici, compito dell’ampia relazione del
mio collega, e stato solo per corroborare con esempi il mio concetto e per
renderlo vieppiü manifesto. Mi occorre adesso esaminare questo soUo altio
aspetto.
Nella decorazione di un ricco mobile, libreria, credenza , letto, o ca-
minetto, di qualunque stile che gotico non sia, figurano in copia immagini
tratte dalla natura vivente, putti, cariatidi, teste, mascheroni, animali reali
e fantastici. Che fra loro queste immagini possano mantenere i precisi