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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 7, Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. - scultura in legno. [Gruppo] XIII. - Carozze

SCULTURA IN LEGNO. 
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So ben io che in sullo scorcio del secolo X7I gli esempi che con- 
traddicono a questa massima ci vennero dati da quegli artelici che ancora 
sono con buon frutto studiati. Quindi mi asterrö dal fare rimprovero ui 
nostri egregi intagliatori senesi Ferri e Bartolozzi che dal celebre coro 
della Cattedrale di Siena tolsero l’ispirazione per quel loro magnilico se- 
dile a spalliera. Solo ricorderö agli egregi artisli che quel coro, co’ saoi 
putti liberamente adagiati sui braccioli degli stalli, e opera eseguita sui 
disegni del Riccio nel 4570; e che poco di poi l’arte navigava in pieno 
barocchismo. 
Poiche io pure concorsi col mio voto a conferire il diploma d’ onore 
a quel valente scultore in Iegno cbe e il Panciera Besarel, pare non mi 
si addica oggi muovergli critlca alcuna. Ma io sono convinto che la sua 
stupenda cornice ovale e i suoi due candelabri, gli uni e 1 altra composti 
del tutto merce un intreccio di putti, siano stati dal Giuri considerati quali 
opere eccellenti di uno scultore figurista, di un vero e proprio statuario 
che sui legno adoperava lo scarpello come lo avrebbe adoperato sui marmo. 
E realmente e tale e tanta la vita ch’egli seppe infondere in quella leg- 
giadra schiera di putti, tutti veri, tutti diversi d’indole e d’espressione, 
tutti per forma e carattere d’inarrivabile bellezza, che fui ben lieto di 
trovare i colleghi unanimi nel concetto di conferirgli il massimo premio, 
Ma se quelle stupende sculture si fossero esaminate con riguardo speciale 
allo stile ed alla composizione, se si fosse in una parola giudicato l’orna- 
tista anziche lo scultore, non pochi dei miei colleghi, oso affermarlo, gli 
avrebbero mosso quello che i francesi chiamanoun proces detendance. Ed 
in vero, per non parlare che dei due grandiosi candelabri, essi non d’altro 
si compongono che di una falange di putti che sovrapposti, accavalciati 
gli uni agli altri in svariate movenze, formano una piramide la cui soli- 
ditä a null’altro si raccomanda che alla ginnastica di un equilibrio fallace, 
anzi impossibile, che troppo ricorda, superandole, le piramidi di uomini 
e fanciulli proprie degli spettacoli del circo. Date che il Panciera Besarel 
non fosse quel maestro ch’egli e nella plastica esecuzione, date che quei 
graziosi putti fossero meno stupendamente rnossi e modellati, non ai i emmo 
esitato a dirgll che tutto egli ha fatto costi tranne il candelabro. Ma basta 
su ciö, che troppo mi duole farla da critico a tanto artista. Del quäle e 
degli altri giä nominati se ho parlato, malgrado che non mi sia proposto 
di passare in rassegna opere ed artefici, compito dell’ampia relazione del 
mio collega, e stato solo per corroborare con esempi il mio concetto e per 
renderlo vieppiü manifesto. Mi occorre adesso esaminare questo soUo altio 
aspetto. 
Nella decorazione di un ricco mobile, libreria, credenza , letto, o ca- 
minetto, di qualunque stile che gotico non sia, figurano in copia immagini 
tratte dalla natura vivente, putti, cariatidi, teste, mascheroni, animali reali 
e fantastici. Che fra loro queste immagini possano mantenere i precisi
	        
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