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GRUPPO XIII.
vorrei supplire, per quanto consente la memoria, al vuoto che lascierebbe
Ja mancanza di apposita relazione intorno ad un’industria die, non so-
lamente ha raggiunto in Italia un soddisfacente grado di progresso, ma
che oserei dire quasi vicina a raggiungere la perfezione.
Le fabbriche di Milano e Torino si distinsero incontestabilmente, ed
e gran peccato che le altre primarie cittä d’Italia, Roma, Napoli, Firenze,
non abbiano figurato in questo coneorso. Abbiamo ragione di Iagnarcene
perche siamo convinti che le rinomate carrozze dei Passaglia, Casalini e
Politi avrebbero singolarmente cresciuto l’importanza di questa parte della
esposizione italiana ; avremmo levato maggior grido in confronto della
fabbricazione dei diversi Stati Europei, che ora passeremo rapidamente in
rassegna.
A tout seigneur lout honneur; ciö che vuol dire doversi anzitutto
citare le carrozze inglesi. Non erano molte per la ragione che in quel
tempo stesso Londra apriva, nel palazzo dell’Esposizione Permanente, uno
speciale coneorso di earrozzeria; erano perö tali da non lasciar dubbio
sulla superioritä della fabbricazione Britannica. A prima vista ciö forse
non colpiva, perche la assoluta eleganza della forma non e il solo pen-
siero dell’inglese. Uomo pratico anzitutto, egli ricerca troppo il comfort
e le essenziali qualitä di solida e perfetta costruzione, per farsi unica-
mente schiavo delle linee. Muta arditamente le forme dei legni di fantasia,
ma conserva quelle consacrate dall’uso piü comune. In tutti singoli i
pezzi che costituiscono la carrozza dimostra sempre quel progresso co-
stante nella mano d’opera, quella cura immensa della esecuzione, ehe
producono un insieme finito ed inappuntabile.
Osserviamo in ogni suo particolare un Mail-Coach dei Peters and
sons o di Shanks (Londra); e la solita cassa di berlina a curva sentita
per non allungare troppo il passo dei carro destinato a portare 14 per-
sone, oltre i bagagli, le provvisioni, le armi ed i cani. Tutto vi e disposto
in modo da riunire il maggior comodo alla massima soliditä. Le molle
di impareggiabile elasticltä, i legni scelti pezzo a pezzo, i corami pieghe-
voli e senza difetti, le imbottiture soffici e resistenti ad un tempo, i panni
appositamente tessuti, le vernici stupende ed eguali vi lasciano, dopo il
piü minuto esame, meravigliato di tanta perfezione.
Dopo lTnghilterra vien seconda la Francia colle 20 carrozze esposte
dai sigg. Binder, Million-Guiet, Mülbacher, Desouches-Touchard, Poitras-
son. Ciascuno di questi esponenti aveva fra le sue carrozze un landau,
e diciamolo subito, non vi era nulla da paragonare loro nell’ Austria-
Ungheria, Germania e Russia. Alla Francia bisogna lasciare, in questo
e negli altri rami delle sue fiorenti industrie, il vanto di amare il bello
e di ricercarne l’impronta in ogni sua opera. Il sig. Ehrler (fuori con-
corso nella sua qualitä di giurato) offri alla nostra ammirazione una gran
caleche a doppia sospensione, che per eleganza non temeva nessun con-