126 GRUPPO I. - INDUSTRIA DEL FERRO.
Questi vecchi metoili tramandati ai nostri avi da operai tedeschi, proba-
bilmente della Carinzia, non dovrebbero piü avere che un interesse storico:
essi rispondevano egregiamente alle condizioni esistenti un secolo fa, quando
la mancanza di strade obbligava a produrre il ferro in mille piccole fucine
che soddisfacevano a bisogni locali e ch’erano destinate a consumare i com-
bustibili delle vicine foreste, i quali altrimenti non avrebbero avuto valore.
Siffatte condizioni sono sparite per sempre, e come il metodo catalano, anche
peggiore di questi cui accenniamo, si spense nel Napoletano poco dopo il
1860, cosi il progresso spegnerä quelle poche fucine che tuttora persistono
neir aflinazione coi bassi fuochi.
Dove rimane eziandio largo campo a miglioramenti siderurgici, si e nella
parte meccanica della lavorazione del ferro e dell’ acciajo. Il ferro nazionale
e generalmente lavorato con poca precisione: i laminatoi non sono tutti ani-
mati da velocitä sufficiente, e la loro costruzione non e dappertutto conforme
agli Ultimi progressi. I magli stessi sono spesse volle troppo deboli per gli
usi cui li destiniamo. — Questa insufficienza meccanica si traduce in danni
economici apprezzabili perche, oltre al maggior consumo di combustibile e
mano d’ opera, ne deriva altresi che i nostri prodotti non sono interamente
purificati dalle materie che la percussione ha per ufficio di espellere, e ch’essi
non hanno esattamente la forma che vuole il consumatore.
Abbiamo veduto nel corso della presente relazione che vi e tendenza a
sostituire 1’acciajo al ferro negli usi della guerra, della marina e delle fer-
rovie, e siccome i nostri minerali hanno proprietä speciali che li rendono
atti ad esser convertiti in acciajo, cosi riteniamo che la tendenza sulla quäle
abbiamo insistito possa servire d’ impulso a migliorare gli stabilimenti vecchi
e sovratutto a crearne dei nuovi con quelle proporzioni, rispetto ai mezzi di
produzione, che sono imposte dalle esigenze del progresso odierno allo scopo
di diminuire il costo unätario dei prodotti migliorandone la qualitä. Giova
pur sperare che le grandi Societä ferroviarie italiane, le quali consumano
ingenti quantitä di ferri, concorreranno nel promuovere l’impianto di stabi
limenti siderurgici che le rendano indipendenti dai mercati stranieri. Ed a
questo fine gioveranno non i mezzi atti a diminuire la responsabilitä di una
Societä che fondasse uno Stabilimento siderurgico, poiche questa deve attin-
gere in se stesso la ragione del proprio credito, ma bensi e sovratutto l’ap-
poggio morale, la sicurezza di un trattamento benevolo per parte dei prin-
cipali consumatori del paese. Manca fra noi quello Studio continuo, che um-
miriamo presso le altre Nazioni, nel ricercare aH’interno, a preferenza che
all’estero, tutto ciö che occorre alle grandi Amministrazioni dello Stato. Sif-
fatta mancanza accresce la difficoltä di far concorrere e personale idoneo e
capitali suilicienti alla fondazione di grandi stabilimenti siderurgici.