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Volltext: Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1873: Fascicolo 8, Gruppo I: Industria mineraria in Italia. - Industria del ferro In Italia. - Montanistica e fucine

IADÜSTKU MINERARIA. 2g 
Osserviamo che importiamo il piombo in pani o laminato, o battuto, 
od in lubi, lo zinco in masse e lo zinco laminato, mancando da noi afliitto 
le oflicine in cui dal minerale si fabbrichi lo zinco. La piccola oflicina di 
Auronzo e oggidi inoperosa. Potremmo aumentare la nostra produzione in 
piombo ed estenderne la lavorazione senza gravi difficolta: abbiamo giä fab- 
briche di tubi a Milano, a Napoli ed a Torino. Piü difficile e invece I’impäanto 
di oflicine pal trattamento dello zinco in paese per la maggior quantitä com- 
bustibile occorrente pel trattamento e per la grave concorrenza che ci fa- 
rebbero le potentissime fabbriche del Belgio, dell’Inghilterra e della Prussia 
Re nana. Pure in localitä opportune pei minerali e combustibili e coi forni 
Siemens potrebbe tuttavia esservi tornaconto a fondere detto minerale in 
paese. 
L’esportazione nostra di oggetti lavorati e naturalmente nulla o pressoche 
nulla. Si esportano invece quantitä notevoli di rottami di piombo e di zinco. 
O i* o. 
»liniere. Si trae tale metallo quasi esclusivamente da piriti di ferro 
aurifere nelle valli del Piemonte che si diramano dal Monte Rosa, come la 
valle Anzasca, la valle di Antigorio, la valle Toppa, la valle Antrona, e se 
ne traeva pure in passato dalle miniere di Alagna in Yalsesia. 
Si ha attorno al Monte del Rosa una serie di filoni paralleli di andamento 
regolare, intercalati nelle quarziti micacee passanti generalmente allo gneis. 
La pirite di ferro vi e accompagnata da mispichel, calcopirite, galena, 
blenda e rame grigio; contiene l’oro ditfuso nella massa in una proporzione 
che risulta quasi sempre in ragione inversa dello spessore delle cosi dette 
spade. 
L degna di speciale considerazione la disposizione del minerale aurifero 
nei filoni delle Alpi piemontesi: detto minerale si trova sempre o al riposo 
od al cadente del filone e costituisce giacimenti a forma di scapolari, detti 
sul luogo spade: sono lenti esilissime tra il filone, che e di quarzo, e la roccia 
incassante, le quali si succedono le une alle altre con frequenti interruzioni. 
Molti ritengono che l’oro sia sparso alla stato nalivo nella massa dei filoni. 
I minatori di valle Anzasca credono che il minerale sia tanto piü aurifero 
quanto piü sono amorfi i solfuri metallici che lo costituiscono; talche la pre- 
senza di cubi di pirite o di galena e indizio di sterilitä. Se l’oro si trova nei 
quarzo, com«? a valle Toppa, questo quarzo ha l’aspetto latteo: il quarzo tra- 
sparente e sterile. 
L’oro nativo accompagna talora anche il minerale di rame come si e ri- 
scontrato a Sestri Levante (Liguria) ed a Ollomont (valle d’Aosta); ma si e 
pur riconosciuto in questi due casi che I’ oro trovavasi in masse isolate non 
suscettibili di dar luogo ad una coltivazione durevole. 
Altro gruppo aurifero e quello della valle del Corsente, ove si ha in 
filoni il quarzo aurifero.
	        
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